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E tornaro… Che festa per i ciclisti tricolori

“E tornaro…”, finalmente. E dopo mille e trecento chilometri sudati tutti di filato, tornarono sani e salvi. E sopratttutto carichi di gioia e di soddisfazioni. Ringiovaniti. I nuovi garibaldini reggiani a due ruote capitanati da Lodini, ciclista novellarese, con media di età di oltre 65 anni, si son caricati di fatica e, lucidati i muscoli e rodato il fiato, hanno compiuto l’impresa più bella. Hanno voluto fare il giro dei Mille, partendo in nave da Genova. Poi da Marsala hanno raggiunto Teano. A Calatafimi e Milazzo non hanno sparato un colpo, ma mangiato pesce e mortadella. Lo hanno fatto perchè credono nell’unità d’Italia e nel tricolore fondato a Reggio Emilia. Hanno speso mediamente 800 euro l’uno e hanno pagato di tasca loro. Solo alcuni sponsor hanno leggermente alleviato le loro spese.  E da Marsala a Teano, percorrendo gli itinerari dei Mille di Garibaldi, vestiti di tricolore, hanno portato il messaggio della nostra città, culla delle bandiera italiana, attraverso la Sicilia e la Calabria, fino alla Lucania e la Campania. Sono stati ricevuti in pompa magna a Palermo e Messina, a Pizzo Calabro, a Positano e a Teano, dai sindaci e dagli amministratori locali, filmati dalle televisioni, intervistati dai giornali. Di quando in quando si sono aggregati a loro nugoli di ciclisti giovani e anziani. Siciliani, ma anche trentini. Come fossero tanti Forrest Gump, forse perchè credevano negli stessi ideali. Quando sono arrivati a Palermo si è fermato addirittura il traffico e così a Positano, dove sono stati scortati da un’auto della polizia. Centinaia di persone li hanno sempre accolti agli arrivi e alle partenze. Con affetto e solidarietà. E adesso ei tornaro. Col sorriso sulle labbra. Non se lo dimenticheranno mai più. Hanno scalato anche un muro al 20% (complessivamente hanno affrontato un’altimetria di 18.00o metri, due Everest e mezzo), come fosse quello del Grammont del Fiandre. E il più anziano di loro, il74enne, non è mai smontato dalla bici laddove perfino le auto faticavano a salire. E forse anche i muli. Hanno ringraziato il Comune di Reggio e me in particolare perchè ho creduto in questa folle iniziativa che ha portato il nome di Reggio in mezza Italia. E ho anche tentato in tutti i modi di aiutarli e di propagandare la loro bella corsa. Ma in realtà sono io che devo ringraziare loro. Giovanissimi signori in età, quasi tuti nonni, meravigliosi reggiani, che han saputo vivere l’impresa più bella. Quella dei Mille, trasformati da soldati in ciclisti. Col sorriso sulle labbra… a Teano si dieder la mano e tornarono… a Reggio Emilia (in treno).