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Il massacro di Oslo

L’impressione enorme per il massacro di Oslo ha almeno tre motivazioni. La prima è certamente dovuta al fatto che le vittime siano per la gran parte dei ragazzi che si trovavano tranquillamente in un campeggio su un’isola. Giovani laburisti, generalmente studenti, i quali a tutto potevano pensare tranne che all’eventualità di essere aggrediti a colpi di fucile da un uomo trevestito da poliziotto. La forte impressione è anche causata dal fatto che un episodio simile si può ormai verificare ovunque, che non esistono isole felici e protette, che la nostra vita è sempre e ovunque a rischio. E che il terrorismo, nelle sue molteplici forme, ha preso piede non solo in Oriente e negli Usa, ma anche in Europa. Non è la prima volta.  Ma è la prima volta, e questa è la terza motivazione  della nostra angoscia, forse la più inquietante, che l’attentatore pare non sia un’orientale con tanto di pelle scura e di veste islamica, fanatico jidaista, ma un giovane nordico biondo e con la pelle bianchissima, ben vestito e dalla faccia da attore. E’ solo impazzito? E come può aver concepito due attentati simili, la bomba e l’attacco spietato ai giovani? Come è possibile che un uomo solo possa aver organizzato e realizzato tutto questo? E se c’è un gruppo dietro qual’è il gruppo ? E’ vero che questo vichingo spietato, più dei barbari che dal Nord saccheggiavano Roma, apparteneva a una formazione neonazista? E tale formazione neonazista se la prende in modo così spietato proprio con giovani della sua stessa nazionalità? E perchè mai? Sono domande per ora senza risposta.