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Appunti per un documento politico

Si svolgerà il 10 settembre a Bologna l’assemblea nazionale del Psi. Per quell’appuntamento propongo alcuni punti politici e programmatici che ritengo di rilevante importanza per la natura e la politica del nostro partito. 1) Il Psi è un partito che si richiama, attualizzandole, alle migliori intuizioni del vecchio Psi sui temi del socialismo liberale, del rapporto pubblico-privato, delle revisioni antidogmatiche della sinistra italiana, del patto sociale per combattere la crisi difendendo, a volte anche contro il settarismo di qualche componente sindacale, il livello di vita dei lavoratori  italiani 2) La crisi economico-finanziaria odierna non porta certo al ritorno di vecchie forme di massimalismo e di settarismo, anzi accentua la necessità, come ha più volte sostenuto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, di creare nuove forme di collaborazione e di partecipazione alla gestione della cosa pubblica di forze diverse, che possano fornire il meglio del loro contributo politico e tecnico per raggiungere gli obiettivi che la stessa Unione europea ha fissato per l’Italia e che salvaguardino lo sviluppo e l’unità del Paese. 3) In questo senso anche le rigidità bipolari alle quali è ispirato il sistema politico italiano sono da superare in un nuovo sistema che possa consentire da subito un governo all’altezza della situazione, composto da donne e da uomini accreditati e capaci di contribuire ad affrontare la situazione presente e gli anni che ci separano dal necessario pareggio di bilancio 4) Il Psi contesta la validità della manovra del governo e ritiene l’attuale esecutivo debole e lacerato al suo interno, non idoneo per affrontare la gravità del situazione del Paese. La manovra è un optional dove convivono misure opposte e trasformate giornalmente, ma dove permangono gravi ingiustizie (la tassa di solidarietà pagata solo dagli statali e non dagli autonomi, le misure sulla riforma dello Stato prima esaltate in un modo e poi cambiate e  rinviate  a leggi costituzionali, come del resto sarebbe dovuto apparire ovvio da subito, la mancanza di un prelievo sui patrimoni, l’assoluta assenza di qualsiasi provvedimento per la crescita, che resta il vero punto debole dell’economia italiana negli ultimi vent’anni) 5) Il Psi ritiene opportuno che il governo Berlusconi si dimetta e che si formi al più presto un governo di unità nazionale presieduto da una personalità autorevole e gradita e sorretto da tutte le forze politiche per terminare la legislatura. Tale governo dovrebbe fondarsi su tre punti programmatici: la gestione dell’economia e della finanza e il perseguimento della linea per il pareggio di bilancio, la riforma della legge elettorale, la riforma della politica e dello Stato (del Senato in senso federale, la riforma delle province con la loro abolizione e l’aggregazione di funzioni alle regioni e ai comuni, l’accorpamento di funzioni dei piccoli comuni ). 6) Qualora si vada a votare (nel 2012 o nel 2013) con l’attuale legge elettorale, il Psi si impegna  fin d’ora a presentare una propria lista, socialista o d’ispirazione socialista, nell’ambito della coalizione di centro-sinistra. Come ha già dichiarato alla stampa il segretario Riccardo Nencini il Psi è per la composizione di una coalizione di centro-sinistra e non di sinistra tout court. Dunque per la creazione di una coalizione che, come del resto è emerso al congresso di Perugia, vada dal Pd al centro di Casini e che possa esprimere anche un candidato premier di centro. Questo perchè ciò che conta non è solo vincere le elezioni (lo ha ricordato recentemente lo stesso Veltroni),  ma governare il paese. 7) Il Psi non contesta la leggittimità dello sciopero della Cgil contro la manovra del governo, ne contesta l’opportunità. Lo sciopero di un solo sindacato indebolisce l’unità delle tre confederazioni che pure era stata ritrovata con l’accordo di pochi mesi orsono e avvantaggia i disegni di divisione sindacale portata avanti da settori dello stesso governo. 8) Il Psi chiama a raccolta il mondo laico e riformista, i radicali, i reppubblicani, i liberali, le associazioni e i circoli di quest’area sommersa , i socialisti ovunque dispersi, perchè si possa iniziare un lavoro comune e stabilire la data di una convenzione nazionale di rinascita e di rilancio di una cultura troppo marginale nel sistema politico di oggi e che invece risulta necessaria per affrontare con lo spirito e le intuizioni di uomini quali Pietro Nenni, Giuseppe Saragat, Bettino Craxi, Ugo La Malfa, e personalità tuttora viventi e operanti nella politica italiana quali Giorgio La Malfa, Valerio Zanone e Marco Pannella, il presente e il futuro dell’Italia.