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Ballano sul Titanic

Parlano di legge elettorale da anni. E tutti giudicano il cosiddetto Porcellum la peggiore delle leggi possibile. Ma si sono tutti gettati nel pericoloso valzer dei calcoli d’interesse di partito. Il Pdl ha posto sul tavolo due bombe: la prima è quella dell’elezione diretta del presidente della Repubblica, che sarebbe anche giusta, ma che comporterebbe una riforma presidenzialista alla francese dello Stato e della legge elettorale che, come quella francese, dovrebbe essere a doppio turno. E poi la questione delle preferenze, oggetto di discutibile attrito col Pd, convinto che i collegi uninominali costituiscano una migliore soluzione per ridare la parola ai cittadini (e invece non è così, come i collegi del Mattarellum, dove i candidati erano paracadutati dai partiti, insegnano). Quel che continua a stupirmi è questo presentare come riforma elettorale un meccanismo che risolve i problemi dei singoli partiti (magari attraverso le mediazioni, ovvero metà preferenze e metà collegi uninominali, il premio di maggioranza al primo partito e non alla coalizione e soprattutto, e questo è l’unico dato unificante, uno sbarramento alto per togliere di mezzo i piccoli partiti e guadagnare più seggi loro). Come dicono i veneti: pegio el tacòn del buso. E così rattoppando e mediando, dal 1994 non siamo approdati ad alcuna riforma dello Stato. La seconda repubblica non è mai nata e questi vent’anni sono stati spesi a raggomitolare segmenti di piccoli cambiamenti in peggio che hanno influito anche sulla scarsa governabilità dell’Italia e sul suo prestigio in Europa. Siamo passati dal proporzionale al Mattarellum (con doppia votazione in collegi uninominali e con liste di partito sul proporzionale), al Porcellum, con unica scheda e con proporzionale e premio di maggioranza di coalizione, a non si sa cosa adesso, mentre alle Europee abbiamo subito lo sbaramento al 4% introdotto a un mese dalle elezioni, alle regionali votiamo invece con quasi tanti sistemi elettorali quante sono le regioni, alle provinciali ci sono i collegi e il proporzionale corretto e a livello comunale un proporzionale con preferenze. Siamo nella Babele più assoluta e continiuamo a sfornare assurdità. Riteniamo di eleggere il capo del governo con questa legge elettorale e non è vero e pensiamo di decidere su due coalizoni di governo contrapposte che poi si sfrangiano due anni dopo il voto. Perchè allora non evitare di parlare di legge elettorale a pochi mesi dalle elezioni e non eleggere una Costituente, magari assieme ai rami di questo Parlamento, che si impegni, dalla prossima primavera, a discutere e approvare una riforma coerente dello Stato (presidenziale o parlamentare) e a sfornare una legge elettorale che ne sia la logica conseguenza, rimandando poi il tutto ad un referendum confermativo? Sarebbe troppo logica, questa idea, per essere condivisa da chi guarda e pensa solo al suo interesse elettorale e vede Grillo come i soldati di Buzzati vedevano i tartari. Continuate a ballare sul Titanic, signori, che poi la nave affonda…