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Lo smemorato Ferrara

Ieri sera al salotto di Mentana su La7 dedicato alla “Grande rissa” si è presentato un Giuliano Ferrara particolarmente rissoso. Vestito da clown, con mutandoni e pancera rossi, Giuliano si è esercitato ad appiccar fuochi al mondo intero, compreso all’ineffabile moderatore Enrico Mentana, che ha dovuto subire in silenzio le sue reprimende. E ad un dato momento, a proposito della presunta trattativa tra Stato e mafia, che era un po’ l’oggetto dell’aspro confronto con Di Pietro, Maccaluso e Travaglio, si è lasciato andare ad un attacco personale, di una violenza inusitata, nei confronti di Claudio Martelli, accusato di aver sostenuto una polemica su un fatto, a suo giudizio, inesistente, e poi parlando con un certo disprezzo dei socialisti e in particolare dell’ex ministro della Giustizia, eletto a Palermo. Il quale ultimo, a suo dire, sarabbe stato accusato di voto di scambio. Quest’ultima accusa mi vien nuova, e probabilmente Ferrara si riferisce al fatto che, dopo le elezioni del 1987, sia rimbalzata la notizia secondo la quale alcuni ambienti collegati alla mafia avevano autonomamente deciso di dare un segnale alla Dc riversando voti sul Psi e sui radicali. Con l’originale conseguenza, peraltro, che proprio Martelli, da ministro della Giustizia, assieme a Vincenzo Scotti, ministro egli Interni, fu l’autore di quel 41 bis che disponeva il carcere duro per i mafiosi e che per questo venne più volte minacciato di morte e protetto dallo Stato, con tanto di scorta armata e per diversi anni. Che dire poi della trattativa tra Stato e mafia? Che doveva fare Martelli.? Evitare di dire quel che sapeva? E non prendere atto, ad esempio, delle dichiarazioni dell’ex ministro Conso che dispose, senza che nessuno ne fosse informato, l’esenzione del 41 bis per centinaia di mafiosi come segnale “verso l’ala moderata della mafia”, cioè quella che allora era rappresentata da Bernardo Provenzano? Che dire degli attentati del 1993, che solo in questo modo vengono spiegati e cioè come tentativo di fare ulteriore pressione sullo Stato per arrivare a un punto di intesa? Ma lasciamo anche perdere queste valutazioni e concentriamoci invece sul disprezzo di Ferrara per i socialisti. Quel suo “pensate, un socialista” come per aggiungere, con quell’aggettivo, scarsa credibilità al personaggio evocato, in questo caso a Martelli, fa veramente rabbrividire. Ma cos’era Giuliano Ferrara? Non venne egli presentato da Giusy Laganga al convegno di Viareggio del 1985 del Psi, del quale divenne subito un rappresentante autorevole? Non fu egli commentatore Rai in quota Psi e poi eletto europarlamentare nelle fila del Psi dal 1989? Sputare così nel piatto in cui si è mangiato mi ha fatto un pessimo effetto. Perchè Giuliano Ferrara è stato per anni, anche lui “pensate, un socialista”…