Non sono diventato renziano
Il bravissimo giornalista Andrea Zambrano, oltretutto caro amico, forza un po’ nel titolo il senso della mia intervista, che viene invece pubblicata molto correttamente. Io non scelgo Renzi, non so neppure se sarò chiamato ad esprimermi, e poi manco mi sento un politico da rottamare. Ho l’età di Bersani, potrei essere figlio di Napolitano, sono più giovane di Pisapia e di Fassino, di D’Alema, di Castagnetti, di Emerenzio Barbieri, per non parlare di Berlusconi e poi sono stato fuori dalla vita politica per undici anni, facendo dell’altro. Mi sono limitato a mettere in risalto alcune caratteristiche negative, ma anche positive di Renzi. Ad esempio questo tentativo di fuoriuscire dagli schemi della sinistra tradizionale che tentammo anche noi negli anni ottanta e che mi incuriosisce e mi appassiona ancora. E ho sottolineato quelli che per me sono gli errori di una campagna di demonizzazione verso di lui da parte dell’intero gruppo dirigente del Pd. Questo non basta a farmi diventare renziano. Non vorrei che mi venisse addebitata (il rottamando col rottamatore, battuta davvero efficace) una sorta di sindrome di Stoccolma in salsa fiorentina
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