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Onorevoli commenti (Dal Forza Reggiana del 30 settembre 2012)

30 Settembre 2012 1.149 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Due colpi da Finocchio

A costo di essere accusato di omofobia, dico che Reggio domenica scorsa ha odiato i Finocchi. Quando quel giocatore, che non sapevo residente proprio da noi, è entrato in campo, ho avvertito un turbamento. Vuoi vedere, mi sono detto, che uno con un cognome così ci… Quando si dice: i cattivi pensieri. Lui è stato impietoso e micidiale. Noi superlocchi. E anche masochisti. Sapevamo di costui. Almeno prendete le contromisure. E invece niente. Dopo un primo tempo alla Zeman abbiamo disputato un secondo tempo alla… Zeman. Da annichiliti al bromuro. Hai visto Ardizzone e Viapiana che quarantacinque minuti, santo cielo. Sembravano razzi. Nel secondo tempo erano morti che camminano. E Antonelli e Matteini, dove si erano cacciati? Fatto sta che il bel cigno si trasformò nel brutto anatroccolo. E noi a guardarci lì negli occhi, a casa mia dinnanzi alla televisione, come tramortiti. Con Tosi che sbraitava parole di stupefatta delusione. Ma almeno intervieni, no, tu, Zauli, che dalla panchina non puoi restartene fermo e zitto per mezz’ora mentre i nostri venivano azzannati e ridotti in poltiglia. Fai qualcosa, metti Tomasig centravanti, che so. Ma fai qualcosa. Ha ragione il buon Vacondio a Teletricolore a suggerire che a fronte di una disfatta annunciata si tentano altre carte, compresa quella della confusione. Meglio la confusione che la rassegnazione. Non ce l’ho con Zauli sia ben chiaro, perché è allenatore di grande equilibrio e buon senso, al contrario di altri che si credevano Soloni del calcio. Però assistere impotenti, diciamo così, a due colpi da Finocchio, no questa non me l’aspettavo proprio. Un dolore atroce.

Matteini, quando la spontaneità è d’oro

Davide Matteini sembra uno da Vernacoliere, il giornale dialettale livornese che si può leggere anche in via Crispi. Ti parla in toscano e ti guarda come si guarda uno al quale non si può mai mentire. E’ uno al quale non affideresti mai la morosa, ma la macchina sì. Avevamo più d’un dubbio a riconfermarlo quest’anno. E invece il buon Davide, che già l’anno scorso si era rivelato migliore nell’ultima parte della stagione, in queste due partite in casa ha strappato applausi e consensi unanimi. Ottimo scatto, tiro potente, continuità nelle giocate, capacità di tornare a difendere. Davvero un gran bel giocatore. Un lusso per la Legapro. Lui stesso ha però ammesso: “Io gioco una volta da otto e una da quattro”. Complimenti per la sincerità. Basta che Davide ce lo dica prima. Oggi giochi da otto e allora ti faccio giocare, se invece prevedi un quattro allora metto dentro un altro. Anche un pisano.

Fine delle trasmissioni

Dopo mesi di trattative, vere o finte, di tentativi di acquisire società e stadio, Beppe Conti ha levato gli ormeggi. Mi sono preso un po’ di tempo per commentare il tutto. Lo faccio sinteticamente ora. Conti è persona affidabile sul piano economico e, dalle notizie che ho attinto a Ragusa (dove ho trascorso alcuni mesi da commissario del mio partito a cavallo degli anni novanta), è anche una brava persona, impegnata nel sociale e con buoni rapporti con la società siciliana, quella per bene. Circolano altre versioni dell’uomo, che però vanno tutte verificate e per quanto mi riguarda non do adito ad accuse quando non siano circostanziate e provate. Conti è anche un esperto manager dello spettacolo e possedeva la più grande discoteca del Sud Italia, venduta, mi dicono, per ben 40 milioni di euro. Adesso è imprenditore nel campo turistico. Ha fatto, in mia presenza, una proposta a Barilli di acquisto della Reggiana per un milione mezzo di euro (la metà in contanti e la metà in immobili) e so che altre proposte sono state discusse dai due. Non sono in grado di dire se avrebbe mantenuto fede alle proposte, scucendo anche i soldi. Con Campani non l’ha fatto. Aveva firmato un preliminare di acquisto del 50% dei crediti dello stadio e il suo estroso amico Berni già vaticinava di milioni di euro da investire, poi, quando è stato il momento, si è defilato adducendo futili motivi. Adesso tutto è nelle mani di Barilli e Campani. Da loro dipende il congiunto destino della Reggiana e dello stadio. Farò di tutto perché  trovino un’intesa. Per il bene della Reggiana.

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