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Conclavismo democratico

Anche per l’elezione del nuovo papa non è cambiata la legge elettorale. Si voterà come sempre nel chiuso del Conclave, con gruppi di cardinali che s’incontrano, si confrontano, si fronteggiano, poi si accordano o meno. E questo per giorni, a volte per settimane, col fumo nero che si spande dal piccolo camino tra le attese del popolo di Dio. E la speranza che il nero diventi bianco. Oppure con decisioni già prese e subito ratificate come è avvenuto in occasione  dell’elezione proprio di Benedetto XVI. Purtuttavia trovo  più  democratico il Conclave, dove almeno si vota, e per di più un papa, di queste elezioni politiche, dove gli elettori non possono scegliere nemmeno i parlamentari. Non c’è dubbio alcuno. Meglio il Conclavellum del Porcellum. Credo, oltretutto, che i cardinali non saranno presi dall’ossessione di promesse folli, come il reintegro della loro Imu, nè dall’idea di un papa tecnico, che governi la chiesa nella transizione. Certo non mancano i gruppi e gli orientamenti diversi. Gli americani, che sono 11, potrebbero far valere la loro forza alleandosi con tedeschi (6), con spagnoli (5), con indiani e brasiliani, dieci in tutto. Gli  italiani sono ben 28. Però, si sa, gli italiani si dividono sempre con una certa facilità. E tra innovatori e conservatori, tra curiali e papali, tra raztigeriani e woytiliani, c’ è un bel guazzabuglio. Resta il tema delle alleanze. anche perché nell’elezione del papa non vige il premio di maggioranza, truffaldina prerogativa del sistema politico italiano. Anche in questo il conclavismo è più democratico del nostro parlamentarismo. Che sia il caso di eleggere una Costituente oppure di consegnare il potere politico al papa, ritornando all’antico guelfismo? Una sola domanda. Ma Papa Ratzinger adesso è cardinale a vita?