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Il congresso della Cancellieri

I dimissionisti vogliono vincere la partita, ma si scontrano con la fermezza di Annamaria Cancellieri. Intendiamoci. Non non siamo per la difesa a qualsiasi costo del ministro. Ci fosse anche un solo avviso di garanzia, ma la Procura di Torino ha negato la sussistenza di motivi di reato, cambierebbe il quadro. Ci fosse un fondato elemento di disparità di trattamento a proposito della scarcerazione di Giulia Ligresti, ma le autorità lo hanno negato, affermando che la pratica di scarcerazione della donna era stata avviata prima della telefonata, cambieremmo posizione. Ci fosse una sorta di illegalità nel rapporto tra la famiglia Ligresti e il ministro, sull’assunzione e la successiva liquidazione milionaria del figlio del ministro, ma al momento non è emerso nulla che lo faccia trasparire, anzi sono emerse tutte le riserve e le critiche dei Ligresti al Peluso, pure. Ad oggi, oltre alla notizia di ulteriori intercettazioni della Cancellieri col suo medico privato, Antonino Ligresti, e non si capisce perché il fratello di Salvatore, mai indagato, avesse le telefonate intercettate, altro non pare ci sia. Dunque? La verità è che c’è il congresso del Pd. E che Renzi ha agitato le dimissioni della Cancellieri come una clava, che Cuperlo ha incassato e ripiegato su una posizione intermedia, che Civati ha superato Renzi e di dimissioni pare averne richieste due, visto che ha proposto un’altra mozione di sfiducia oltre a quella dei grillini. E dunque che Letta è in difficoltà a resistere. Per questo i dimissionisti potrebbero vincere la partita. E la Cancellieri togliere il disturbo. Ma senza convincere noi che avrebbe fatto lo stesso anche se il congresso del Pd non ci fosse stato.