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Delitto perfetto

Esultano la bella Boschi e l’ispido Nardella, naturalmente. E con loro la ragazzina di Veltroni, la soffice Madia, con la vispa Moretti, che dalla trincea bersaniana si è subito trasferita nel castelletto renziano. Esulta in ferrarese anche Dario Franceschini, già bersaniano e lettiano e ora con Matteo e sempre arciconvinto. Ed esultano anche le opposizioni cuperliane. Scommettono che Renzi si brucerà. E porranno la questione della segreteria del partito a tempo debito e soprattutto il sacrificio della compagnia dei Renzi boys che hanno invaso il Nazareno. Ma chi esulta più di tutti sono i parlamentari ai quali si allunga la vita. Almeno nei progetti. Ammazzare Letta non è come uccidere il gattopardo e smacchiare il giaguaro. È un’operazione assai più redditizia.

Delitto perfetto, dunque. Il povero Letta, al di là dei suoi meriti e demeriti, era una vittima necessaria. Come i delitti di Lady Macbeth, anche quello di Letta era assolutamente logico. Portava troppi benefici per poterlo evitare. Adesso però comincia una trafila che potrebbe non essere breve. Le opposizioni chiedono giustamente un dibattito parlamentare, ma Letta si è già dimesso e sono iniziate le consultazioni, solo dopo ci sarà la designazione e inizieranno gli incontri per la stesura del programma e la formazione del governo. Renzi accelererà tutto, veloce com’è. Dubito che il Nuovo centro destra eviterà di dettare i suoi tempi e le sue condizioni.

Alfano e i suoi hanno più problemi del Pd ad imbarcarsi in un governo politico e di legislatura. Un conto infatti era un esecutivo di necessità e a tempo. Un altro è un governo politico di quattro anni. Mettiamo il caso che Renzi riesca nel suo improbo compito di trasformare questa legislatura in una costituente, con riforme elettorali e costituzionali, che riesca a migliorare la situazione economica imponendo all’Europa la revisione dei parametri e che azzecchi qualche altra legge. Alfano alla fine di questa cavalcata dovrebbe cambiare campo e allearsi con l’opposizione di centrodestra che sfiderà subito dopo il capo del governo del quale è stata parte. Piroetta piuttosto complicata. E affare delicato per il fiorentino che il Financial Time ha denominato Demolition Men. Anche perché da adesso comincia il suo ruolo di costruttore. Funzione assai più difficile, soprattutto oggi.