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Le primarie e le secondarie

Generalmente le primarie si concludono con feriti. E iniziano le secondarie. Cioè le azioni conseguenti di chi, o su chi, le ha perse. A Guastalla cinque anni fa due candidati della stessa area diedero vita a due liste concorrenti e vinse il fronte opposto. A Reggio le primarie sono finite con il ritiro della delega ad un assessore. Non sono iscritto al Pd e non mi piace commentare ciò che accade in casa d’altri. Tuttavia, avendo anch’io partecipato a queste primarie, perché erano di coalizione e vi poteva partecipare tutto il popolo del centro-sinistra, vorrei dire la mia. Innanzitutto sulle sue regole. Se mi pare assurdo che un iscritto al Pd conti tanto come un non iscritto che paga due euro per votare il segretario, cosa che non avviene in nessuna organizzazione politica, culturale, sportiva, economica e cooperativa, mi pare ancora più assurdo che a votare per un candidato sindaco debba recarsi anche chi non è elettore, com’è il caso degli extracomunitari senza cittadinanza italiana. Nel primo caso un iscritto vale come un non iscritto, nel secondo caso un elettore equivale a un non elettore. Solo adesso sento parlare di una necessità di rivedere queste norme, che non comprendo chi abbia mai deciso di adottare e che contrastano con qualsiasi logica di buon senso. Quindi anche il caso Corradini deve essere ricondotto a criteri non logici sul diritto di voto. Il ritiro della delega da parte del sindaco facente funzioni, pienamente legittimo, e comunicatomi nel momento in cui la decisione era già stata presa, mi suscita qualche perplessità soprattutto per le motivazioni. La causa fondamentale non sarebbe la vicenda del Catomess Tott, sulla quale ho letto che è in corso una indagine conoscitiva, ma l’assenza di Corradini dalla giunta. Il provvedimento poteva allora essere adottato prima. Devo dire che non voglio difendere Corradini e le sue prese di posizione quanto meno tardive. Ha scoperto dopo vent’anni di dipendenza cooperativa i difetti della cooperazione, ha saputo dopo dieci anni di assessorato il legame di parentela dell’ex sindaco Delrio con un dirigente del Comune? É quanto meno dubbio, no? E finora che ha fatto, perché ha taciuto? Avrei preferito una conclusione diversa di questa vicenda, che ha tutti i crismi di una pièce teatrale. Una pièce che non vale due euro… D’altronde eravamo dodici, adesso, dopo le dimissioni di assessori e sindaco a rate, siamo diventati otto. Non sarà mica come la storiella dei dieci piccoli indiani? Non credo, ci sono le elezioni tra due mesi…