Tremila politici in meno…
Quando Renzi aderisce al Partito socialista europeo, quando apre le porte dei governo ai socialisti, cosa che Letta non aveva fatto, quando alza la voce con l’Europa, quando affronta la riforma del mercato del lavoro, lo apprezzo, mi piace. Quando invece pretende l’approvazione della legge elettorale BR, che sconvolge i più elementari principi di democrazia, o quando, come oggi, sostiene con una sola e discutibile motivazione il decreto del mio amico Delrio, che protrae l’esistenza dei vertici delle Province fino a dicembre, impedendo nuove elezioni, non lo apprezzo e non mi piace per nulla. Sulla legge elettorale ho già detto e scritto tutto. Aggiungo che il Consiglio nazionale socialista di sabato dovrà chiedere ai nostri senatori di non votarne il testo se non verranno introdotti mutamenti sostanziali.
Mi intrattengo sul voto di ieri. Per due colpi Matteo non perse la cappa, dunque. Se non fossero arrivati i due voti dell’Udc, con la dissidenza dell’ex ministro Mauro e di altri montiani, la costituzionalità del decreto Delrio non sarebbe stata concessa dall’Aula in cui è prevalsa per soli due voti. Renzi ha annunciato che verranno aboliti tremila politici che prendono uno stipendio. Si trattano così tremila amministratori italiani che, senza ottenere uno stipendio come quello di Moretti, hanno servito finora le istituzioni, compresi i tanti del suo partito? E poi cos’è questa giustificazione che porterebbe a eliminare le province perché si eliminano dei compensi? La democrazia ha un costo. Certo le province possono essere eliminate o anche accorpate. Ma addurre solo il motivo economico mi pare assurdo, o quanto meno riduttivo, se non stravagante. Allora perché non abolire anche i comuni. Si risparmierebbe di più.
Quello che di Renzi non mi piace è quel suo desiderio permanente di piacere. Dice quello che la gente vuol sentirsi dire. Le sue affermazioni più che da capo di stato sono da bar sotto casa. Non a caso utilizza Twitter per lanciarle. Il beneficio del taglio delle province non é utile per disegnare un nuovo sistema istituzionale democratico, ma solo per non stipendiare piu dei politici. Come l’abolizione del Senato, se mai dovesse passare. Anche questa per Renzi è una riforma utile per tagliare i costi della politica. Cioè gli stipendi dei senatori. D’altronde il premier usa i sondaggi, come quell’altro alla sua destra. Non riesce a orientarli, li segue, li cavalca, li usa. Ecco quel che di Renzi non mi piace. La sua finta antipolitica. Ma non era presidente di una provincia anche lui? Si sentiva così inutile? Sono ancora troppo legato all’idea che un leader politico debba sfidare le mode, anche quella cavalcata dalla maggioranza. E debba sapere parlare il crudo linguaggio della verità, anche quando fa male. Non intendo qui scomodare il vecchio Churchill che al suo popolo propose solo lacrime e sangue. Ma non riesco ad apprezzare chi ci propina tutti i giorni frasi ad affetto, compiacendo la gente.
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