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Dieci proposte sugli stadi rivolte a Delrio ed Alfano

Dunque la commissione istituita dal ministero dell’Interno sta licenziando le nuove proposte per portare più pubblico negli stadi italiani. I dati ufficiali restano pesanti. Rispetto al 1991 si è passati da una media di oltre 36mila spettatori a partita a poco più di 23mila, mentre in Inghilterra e Germania il pubblico è addirittura aumentato, con medie, rispettivamente, di poco meno di 40mila e di oltre 40mila. Forse basterebbe copi modelli.Invece in Italia abbiamo cercato una via tutta e solo italiana che ha allontanato il pubblico. Certo la delinquenza è alla base di tutto, ma che dire degli hooligans inglesi che hanno per anni infestato gli stadi europei? Perché non importare le modalità con la quali si è combattuto il fenomeno? Certo gli stadi italiani sono vecchi e scomodi. Una nuova generazione di stadi stenta a prendere piede, con la sola eccezione di quello della Juve e, tra qualche mese, di quello dell’Udinese. Il problema dell’Italia è costitutito dalla follia delle procedure per consentire, anzi per complicare e addirittura per sconsigliare, l’accesso del pubblico negli stadi. Comprare un biglietto in Inghilterra e in Germania é facilissimo. Basta recarsi allo stadio anche cinque minuti prima e in dieci secondi si rilascia il tagliando. In Italia, contrariamente agli impianti di tutto il mondo, esistono i biglietti nominativi. E dunque bisogna presentarsi alle biglietterie con un’ora e più di anticipo. Ogni biglietto deve contenere i dati dell’acquirente dopo la presentazione dei documenti. Occorrono minuti e se si ripresentano migliaia di persone molte entrano a partita finita. L’unica modalità di acquisto certo del tagliando è di recarsi in settimana nelle agenzie bancarie o nelle altre prevendite autorizzate. Senza sapere se alla domenica l’eventuale acquirente ne avrà ancora voglia, se pioverà o ci sarà il sole, se la moglie sarà arrabbiata e il figlio ammalato. Incredibile, ma è così. Di più. Dopo aver acquistato il biglietto nominativo, ci si presenta ai prefiltraggi ove si richiedono i documenti. Dopo avere controllato la coincidenza dei dati del documento con quelli del biglietto, si deve fare la fila per inserire il tagliando nei tornelli, che spesso non funzionano. Poi, finalmente, si entra nello stadio, ma si deve andare alla ricerca del posto numerato attribuito e segnato sul biglietto. Se sei in curva non lo trovi, perché si è istituita questa strana forma di controllo e di prevenzione, che è forte coi deboli e debole coi forti. Gli steward in curva non ci vanno e gli ultras possono fare quello che vogliono, stare in piedi, occupare i posti degli altri, e anche minacciarli se costoro pretendono i loro diritti. Aggiungiamo che in curva ci si vede quasi nulla, con altissime inferriate e spesso anche gabbie. Scusate, dico io, ma perché uno sportivo nomale deve andare lo stadio e non guardarsi comodamente in tivù la partita che gli costa pure meno? Così siamo arrivati al paradosso richiamato dalla Gazzetta. Nelle partite interne del Milan é stata registrata una media al tornello di 29mila presenze con 8mila ultras. Pazzesco. Cioè vuol dire che le nuove normative hanno lasciato a casa le persone normali e potenziato la presenza degli ultras. Bel risultato. Pare che dopo anni qualcosa sia stato recepito. Si annunciano novità. Io ne propongo alcune che giro anche al sottosegretario Delrio e al ministero degli Interni 1) Se proprio non si vuole eliminare il biglietto nominativo, che non serve assolutamente a nulla, si consenta il biglietto elettronico, che potrebbe essere prodotto da distributori automatici davanti allo stadio, semplicemente inserendo bancomat o carta di credito, che poi viene controllato ai prefiltraggi e inserito nei tornelli 2) Si elimini la tessera del tifoso, o almeno non la si renda obbligatoria per la sottoscrizione degli abbonamenti. Lo dico perché se un abbonato non va allo stadio potrebbe cedere la sua tessera anche a chi non possiede la tessera del tifoso. Prendiamo il caso dello Juventus stadium, quasi sempre esaurito, ma quasi mai pieno. Molti abbonati non vanno e non possono cedere la tessera a chi desidererebbe andare. Questo vale anche per gli abbonati del Milan e dell’Inter. Il fenomeno della sottoscrizione dell’abbonamento anche da parte di chi sceglie di assistere solo ad alcune gare é recente e dipende dalla difficoltà di comprare i biglietti. Eliminando quest’ultima si elimina anche la prima 3) Si abbattano le barriere tra pubblico e campo. È assurdo che a Torino non esistano e a Roma si. È assurdo che a Firenze tengano decine di metri di gradinata vuoti tra pubblico di casa e ospite a a Torino nemmeno un metro. Non si potrebbe adottare una norma unica e valida per tutti? 4) Si elimini l’obbligatorietà della tessera del tifoso in trasferta per i ragazzi sotto i 16 anni. Bisogna evitare che si ripetano episodi come quello di San Siro, giustamente segnalato dalla Gazzetta dello sport. 5) Si vieti qualsiasi forma di gabbia per i tifosi ospiti in qualsiasi stadio. Vedo che a Napoli e Crotone ancora sussistono queste medioevali forme di contenimento del pubblico. 6) Si annunci la disponibilità ad esaminare i progetti di socializzazione del pubblico avanzate dalle autorità locali, con possibilità anche di totale superamento dei biglietti nominativi e delle tessere del tifoso in situazioni di normale svolgimento di gare sportive senza problemi di ordine pubblico. 7) Si approvino nuove forme di aggregazione di tifosi anche nello stesso settore per aumentare il livello di comprensione e di amicizia e così superando anacronistiche rivalità e conflittualità. 8) Si proceda alla divisione dello stadio in piccoli segmenti per individuare responsabilità che non possono essere attribuite a migliaia di sportivi per bene. Ad esempio si superi la norma della squalifica di curve intere per cori razzisti di poche decine di tifosi. 9) Si obblighino le società a stabilire prezzi bassi e concorrenziali con la contestuale visione televisiva. Basterebbe prendere esempio dalla Germania su questo e non dall’Inghilterra dove però le partite il sabato pomeriggio in tivù non ci sono. 10) Si agevoli in ogni stadio l’effettuazione del cosiddetto terzo tempo e cioè del momento ricreativo prima e dopo la gara, utile strumento di socializzazione dei tifosi.