Il trionfo di Coppi nel giorno di Bartali
Sul suo bel giornale “Il Garantista” Piero Sansonetti ha parlato di trionfo dell’avvocato Coppi, a proposito dell’assoluzione di Berlusconi. Se ci fosse sempre stato lui forse Berlusconi avrebbe conosciuto altre assoluzioni. Immagino la reazione degli altri avvocati di fiducia. É però vero che, sarà un caso, Coppi trionfa nel giorno del centenario di Bartali. Mai considerare fuori luogo le coincidenze.
Lo sconfitto, oltre alla Procura di Milano, è il brillante Marco Travaglio che nel salotto di Mentana ragionava così: “Se non ci fosse stato un intervento legislativo concordato tra Pd e Forza Italia per precisare in modi differenti la fattispecie del reato di concussione in induzione, Berlusconi sarebbe stato condannato”. Il problema è che Berlusconi è stato condannato in primo grado per il reato, più grave, di concussione in coercizione, che non è cambiato. Possibile che in Appello la giuria derubricasse il reato? Lo sostiene solo Travaglio. Per avere ragione.
Ferrara è andato invece su tutte le furie. Ha inveito contro la stampa e le televisioni, contro lo stesso Mentana, contro tutti i presenti, poi se n’é andato. Su una sola cosa aveva ragione. Il moralismo della sinistra italiana su questa materia assomigliava molto a quello degli anni cinquanta. Mi ricordo che un mio vecchio amico comunista mi confidò d’essere stato convocato in sezione in gioventù per discutere del suo rapporto amoroso con una ragazza ritenuta politicamente scorretta. Qui il voyeurismo è stata l’arma letale usata da tutti.
Penso alle 6.100 registrazioni telefoniche pubblicate dai giornali. Sembrava di essere su un sito erotico. Visitatori a migliaia. Ma si trattava del presidente del Consiglio, non intercettabile senza l’autorizzazione del Parlamento. Poi le domande dei giudici di primo grado alle ragazze: “Sei stata toccata, dove, quante volte?”. Una scena da confessionale perverso. Anche perché se sul reato di concussione era impossibile arrivare alla coercizione se i supposti concussi avevano negato di esserlo, qui si scambiava l’atto sessuale, sul quale giustamente l’Appello non ha ritenuto di soffermarsi, con quello della prostituzione minorile. Non è reato avere rapporti con una minorenne consenziente. È reato sfruttarla.
Infine il tema del rapporto tra giustizia e politica. Evidente che i processi a Berlusconi abbiano inciso sul quadro politico. Come si fa a negarlo? Anche la sua credibilità sul piano internazionale è stata offuscata dal bunga-bunga. Rivolgo però a lui due appunti di non poco conto. Perché in vent’anni, caratterizzati per circa la metà dal governo, anche la sua parte politica non ha approvato una riforma della giustizia, con separazione della carriere e del Csm e responsabilità civile? E perché ha continuato una sordida e controproducente battaglia a tutto campo contro la magistratura senza distinzioni di sorta per poi trovarsi a lodare i giudici che lo hanno assolto?
Infine il Pd. Mi scappa da ridere ogni volta che un suo dirigente sostiene che le sentenze non si commentano, ma si rispettano. Mi ricorda un mio compagno di Liceo che quando veniva interrogato, e non aveva studiato abbastanza, ripeteva sempre l’intercalare “evidentemente”, anche perché poteva prendere tempo. Accipicchia se si commentano le sentenze. Guai se non lo avessimo fatto con Enzo Tortora. E avessimo usato lo schema pidino. I magistrati non sono mica l’Oracolo di Delfi. Il quale poi, qualche volta, ha sbagliato anche lui….
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