Tutti in lutto per l’Unità, ma per l’Avanti?
Anche noi vogliamo augurarci che quella di oggi non sia l’ultima giornata de l’Unità prima del definitivo silenzio. Anche noi vogliamo solidarizzare coi lavoratori che perdono il posto. Ci mancherebbe. Quando chiude un giornale è sempre un momento triste. Quando poi chiude un giornale che rappresenta una storia lo è ancora di più. Dispiace che un giornale fondato da Antonio Gramsci chiuda i battenti, che se ne vada forse per sempre una testata che per quasi un secolo ha rappresentato istanze di giustizia sociale. E qualche volta anche in dissenso col partito di riferimento.
Però.. Non riesco a non dire fino in fondo quel che penso. Non riesco a rimanere imprigionato dei dettami dell’ipocrisia. E allora parto da noi, dall’Avanti, una testata più antica dell’Unità. Un giornale che dal Natale del 1896 costituiva la voce del movimento dei lavoratori italiani. L’Avanti di Bissolati, di Nenni, di Pertini, di Lombardi. Venne chiuso nel 1993 per debiti nell’indifferenza generale, poi si lasciò che quel nome, anche per colpa di qualche dirigente ex socialista, finisse nelle mani di un malfattore. E adesso che ha ripreso le sue pubblicazioni online non ha sponsor, finanziatori, sostenitori che non siano qualche migliaio di appassionati lettori. Nessuno che abbia fatto appelli, richiami, che abbia mostrato o mostri tuttora disponibilità a condividere con forme di sostegno una testata così significativa. Non imprenditori legati alla sinistra (cosa sarà andato a fare Delrio da De Benedetti?), non il movimento cooperativo, non i sindacati.
Contrariamente a l’Unità che dispone di ottanta giornalisti e tecnici pagati e che oggi rischiano il posto di lavoro, l’Avanti ha un direttore volontario a cui non si rimborsano neppure le telefonate, qualche giornalista a cui si pagano rimborsi ridicoli. Tutto qua. Anche l’Unità dovrebbe riprendere le sue pubblicazioni online. L’Unità come l’Avanti potrebbero tornare così a diventare fratelli. E magari a collaborare. In fondo l’Unità è figlio dell’Avanti, che aveva registrato tra i suoi più alti collaboratori proprio lo stesso dirigente politico che fondò il giornale comunista. È troppo supporre che questo modo diverso di ricordare e considerare i due giornali si inserisca nel diverso carattere genetico del Pd? Socialista in Europa, ma vicino alla tradizione comunista in Italia (esaltazione di Berlinguer, dell’Unità e vedremo il prossimo mese cosa si dirà di Togliatti). E piuttosto indifferente rispetto a quella socialista italiana. Avrei preferito che si salvasse l’Unità e non si esaltasse la sua storia…
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