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La guerriglia e le elezioni

Sia chiara una cosa. Se Renzi vuole chiudere sulla legge elettorale è perché pensa anche alle elezioni. O meglio, vuole avere in saccoccia questa possibilità. È vero che a Berlusconi pare abbia assicurato il contrario, ma Renzi è capace anche di dire bugie. Nessuno si occupa di legge elettorale se pensa di votare dopo quattro anni. E mentre l’Italia deve approvare leggi sul lavoro, sul fisco, sulla burocrazia, sulla spesa. Che senso ha?

Ma allarghiamo il quadro per capire meglio. Dentro il Pd la minoranza lancia segnali di guerra sul Jobs act con Bersani che sfida Renzi con dichiarazioni di fuoco. E mette bastoni nell’ingranaggio dell’accordo Renzi-Berlusconi sulla elezione dei due candidati alla Corte e sui giudici del Csm. Un assurdo e pericoloso pasticcio che giustamente ha fatto inviperire il capo dello Stato. Come potrà reggere il governo e fino a quando, se una parte cospicua dei parlamentari è schierata sulle posizioni dell’ex segretario del partito? Aggiungiamo il conflitto attorno alla legge sulla giustizia, che ha fatto reagire i magistrati. Come interpretare gli avvisi di garanzia in Emilia-Romagna in piene primarie e sopratutto quest’ultima, piuttosto clamorosa perché ipotizza un reato ben più grave, quello di bancarotta fraudolenta, per il papà di Matteo Renzi?

Noi conosciamo bene il modo col quale l’area più politicizzata della magistratura si comporta. Non vorremmo che questi fossero avvertimenti a chi si accinge a fare una riforma che non piace all’Associazione dei magistrati, almeno sulla questione delle ferie. Se quarantacinque giorni vi sembran troppi provate voi a lavorar…. E più in generale non piace quel che il presidente del Consiglio dice sui magistrati. È troppo simile a quel che sostiene Berlusconi. Fossimo in Renzi, guerra per guerra, aggiungeremmo anche divisione delle carriere e doppio Csm. Ma non vorremmo provocare altri e ben più clamorosi problemi al suo governo, al suo partito e alla sua famiglia. Aggiungiamo la guerra dei sindacati, almeno della Cgil e della Fiom che lanciano, per essere originali, l’idea di uno sciopero generale.

Certo Renzi potrebbe prendere atto di tutto questo, del pericolo di impantanarsi in un percorso che potrebbe rivelarsi o improduttivo o troppo impopolare e puntare alle elezioni che ancora lo vedrebbero vincente. Oggi, domani chissà. Quello che non mi è chiaro è l’interesse a forzare la mano della minoranza del Pd. Adesso è forte e ben rappresentata. Con le elezioni rischia se non di sparire, quanto meno di indebolirsi fortemente. Se i bersaniani intendono mettere in difficoltà Renzi non devono portarlo alle elezioni troppo presto. Quindi dovranno stare bene attenti a non tirare troppo la corda. Con la corda ci si può anche impiccare…