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L’autogarantista

27 Settembre 2014 1.531 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Non cambio idea sulla legge Severino. È De Magistris che la cambia solo perché coinvolto. Approvare una legge che stabilisce l’obbligo di sospensione di un pubblico ufficiale dopo la prima sentenza di condanna è contraria a qualsiasi dettato legislativo e allo spirito costituzionale e offende la cultura liberale. Non si è sempre affermato che un cittadino è innocente fino alla terza sentenza di condanna? È vero che si introduce qui l’istituto della sospensione, dalla quale si può fare ritorno in caso di assoluzione definitiva. Ma anche l’istituto della sospensione comporta una pena sia pur transitoria a cui un cittadino deve sottomettersi, pur senza alcuna condanna che sia tale.

Questo mi pare abbia sempre sostenuto anche il nostro Marco Di Lello in Parlamento e quando Enrico Buemi, al Senato, poneva i suoi fondati dubbi sulla retroattività dell’applicazione della legge non era fuori dal mondo. Vedremo adesso cosa dirà la Corte di Strasburgo che ha ammesso due ricorsi sul caso Berlusconi. Quindi tutto questo noi anche oggi ribadiamo, senza cambiare d’un millimetro la nostra impostazione. Ma il caso Napoli è opposto. Siamo di fronte al più intransigente dei giustizialisti che smette improvvisamente di esserlo. Che mai ha levato un solo dubbio sulle decisioni dei magistrati, magistrato lui stesso, inflessibile e dogmatico. Il più impetuoso a rivendicare le dimissioni appena qualcuno fosse toccato da un semplice avviso di garanzia. Il più intransigente a rivendicare nei suoi programmi la questione morale.

Ebbene, poiché, sia pure in prima istanza, un tribunale lo condanna, ecco che si scopre garantista. lo diventa per sé senza esserlo mai stato per gli altri. E arriva addirittura a sfidare una sentenza e l’applicazione stessa di una legge dello Stato che aveva sempre condiviso, quando toccava gli altri. Non accetta sospensioni, minaccia di continuare a fare il sindaco per strada, accusa i giudici che lo hanno condannato delle peggiori infamie. Le polemiche di Berlusconi addirittura impallidiscono e si stagliano sfuocandosi a fronte di tanta furia accusatrice. Parla di mafia e camorra che si sono infiltrate nelle istituzioni. Di nemici invisibili che non hanno il coraggio di uscire allo scoperto. E tutto questo avviene in una città disperata dove la disoccupazione è al massimo livello, la criminalità anche, e pure la sporcizia, e la giunta è in minoranza in Consiglio.

È nata con De Magistris una nuova figura nel panorama politico: l’autogarantista. Tutto devono accettare le sentenze dei tribunali e l’applicazione delle leggi, tutti, tranne lui. Si tratta di un comportamento davvero singolare. Mai in passato una personalità politica era stata così apertamente e sfacciatamente contraddittoria. Il suo Why not è stata la sua gloria, sta ora divenendo la sua tomba. Noi abbiamo sempre diffidato dei magistrati che si sono lanciati in politica approfittando della notorietà ricavata dalle inchieste condotte. Prima o poi affondano, vero Di Pietro, vero Ingroia? Ma mai in passato abbiamo assistito a un ex magistrato che sfida apertamente i suoi colleghi con strali e minacce solo perché è stato messo con le spalle al muro. Si tratta di un caso da psicodramma. Un caso da studiare anche a livello sociologico e psicologico. Un sola domanda ai cittadini di Napoli. Ma quando l’hanno votato sapevano a chi davano in mano la città?

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