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La cena degli affari

C’è la foto di una cena che risale al 2010, pubblicata da Repubblica online, che racconta più di tante parole. Diamo per possibile e augurabile che il ministro Poletti, che vi ha partecipato in qualità di presidente della Lega delle cooperative, non conoscesse i suoi commensali. Ma certo tra loro si conoscevano più che bene. Cerimoniere era Gianni Alemanno, sindaco di Roma. Tra loro Salvatore Buzzi, a capo della cooperativa che arrivò a fatturare 60 milioni di euro, già arrestato e detenuto negli anni ottanta per omicidio e oggi agli arresti perché indagato per associazione affaristico- mafiosa assieme al suo sodale e camerata Massimo Carminati. Di fianco l’ex capo dell’Ama Panzironi, oggi agli arresti, un esponente del Clan dei Casamonica in semilibertà, il portavoce del sindaco Sveva Belviso, e di fronte l’assessore alla Casa della giunta Marino Daniele Ozzimo, oggi indagato, il parlamentare del Pd Umberto Marroni, al tempo capogruppo in Consiglio comunale, accompagnato dal padre Angiolo, garante dei detenuti della regione Lazio. Poletti partecipò anche all’assemblea della Cooperativa 29 giugno di Buzzi e venne insignito, lui probabilmente inconsapevole, anche degli onori della copertina del Magazine di Buzzi. La vita di Buzzi e un’odissea. Incarcerato per omicidio e condannato a trent’anni nel 1980, diventa un detenuto modello. Studia e si laurea in carcere col massimo dei voti, partecipa a convegni sul carcere e sul terrorismo. Diventa giornalista e lavora all’Espresso, fonda la sua cooperativa Rebibbia 29 giugno. Sembra un uomo che ha deciso di remare nella giusta direzione. Oggi lo ritroviamo dalla parte dei crimine. Se non fosse esplosa la Roma connection, poteva anche essere la cena dei buoni propositi…