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Perché per sopravvivere è necessario vivere

Mi fa piacere che si sia aperto un bel dibattito sulle proposte che ho lanciato alla comunità socialista. Vedo che anche nel partito si sta facendo strada la necessità di riflettere insieme sul che fare. Sono stati individuate due postazioni per svolgere confronti e seminari. Bisogna approfondire le cose e arrivare ad alcune decisioni. Nencini mi confidava stamani che abbiamo diversi compagni in entrata e alcuni in uscita. Come fossimo una barca. Peraltro in cerca di un complicato approdo. Quelli che smontano pare facciano due calcoli sulle possibilità di rielezione alle prossime regionali. Pazienza. In questo partito non ci si può stare solo per opportunità. Messi come siamo o si ha profonda condivisione delle nostre radici, della nostra storia e delle nostre funzioni oppure è meglio attraccare altrove.

Le due proposte che ho formulato sull’Avanti, con tutte le apprezzabili aggiunte che i compagni hanno avanzato, le porterò in segreteria. Ma al di là degli organi ufficiali le vorrei sviluppare come Avanti. Devo confessare che qualche delusione l’ho provata quando ho sottoposto ai nostri segretari regionali l’idea di formare i club Avanti in ogni regione, con giovani che avrebbero potuto fungere ad un tempo da corrispondenti e da operatori politico-culturali. Quasi nessuno mi ha risposto. Qualche lodevole eccezione c’é stata, per la verità, vedasi la Basilicata, dove non a caso raggiungiamo il 7,5% alle regionali. Un club si è formato in Campania, mentre in Emilia, soprattutto grazie un gruppo di giovanissimi, si è anche creata una radio. Sarebbe adesso il momento di darci dentro. Quel che si dovrebbe fare è lavorare sulla rete. Se impiegassimo la metà del tempo che sprechiamo a litigare e a dir male di noi nel costruire qualcosa di concreto saremmo in ben altre condizioni.

Creare una rete socialista e il primo appuntamento che dovremmo fissare. Ai nostri dirigenti regionali chiediamo un piccolo sforzo. E cioè di censire tutte le realtà di area socialista o liberal socialista presenti nel territorio, club, movimenti, associazioni, giornali, siti internet, insomma di consentirci di mettere a sistema il nostro mondo, anche quello che non gravita dentro al Psi o nei pressi del Psi. Alla fine potremmo convocare una Convenzione nazionale e fondare un’Associazione, o rendere più aperto il partito con inserimenti d’area. Penso che si dovrebbero creare le condizioni per far nascere un’unica Fondazione socialista, che recuperi tutto il materiale della sua storia, oggi disperso in diversi enti, associazioni, fondazioni. Possibile non disporre nemmeno della raccolta dell’Avanti? Possibile che un ricercatore che si rivolge a noi ci trovi a braccia alzate?

Infine la scelta politica. È evidente che se si voterà ancora con la vecchia legge c’è spazio per una lista nostra o di area, di matrice liberalsocialista. Ma se si votasse con la nuova legge (con lo sbarramento al 3 per cento e le preferenze con soli i capilista bloccati) allora questa diverrebbe l’unica possibilità in quanto l’accordo col Pd sarebbe praticamente precluso, perché senza garanzie e senza efficacia. Dunque bisognerebbe da subito lavorare per creare un luogo di confronto con i verdi riformisti, i radicali, i laici, magari coinvolgendo anche reduci del grillismo e altri. In funzione di una lista che già alle regionali potrebbe essere sperimentata, come è stato fatto in Emilia-Romagna con un esito non negativo, per poi corroborarla alle politiche. Insomma quel che è chiaro è che non possiamo più pensare di sopravvivere. Per sopravvivere, da adesso, è necessario vivere.