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Il giallo di Palazzo Chigi

6 Gennaio 2015 1.719 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Sembra un film con la regia di Hitchcock. Mancano il movente, il responsabile materiale, mentre il mandante si é svelato. Parliamo del giallo della legge fiscale col dettaglio del tre per cento per sancire un tetto di evasione senza provvedimento penale, ma solo amministrativo. Il presidente del Consiglio se n’è assunto la paternità. È stato lui a volerlo ma è stato lui anche a cancellarlo. Se si tratta di un provvedimento giusto perché l’ha ritirato? Se si tratta di un provvedimento sbagliato perché l’ha voluto? Questo non ha chiarito. Anzi ha aggiunto un particolare inquietante. Se ne parlerà dopo l’elezione del presidente della Repubblica.

Così ha ammesso un possibile movente. Il provvedimento l’ha voluto per stringere un accordo con Berlusconi e lo rifarà se il patto reggerà in occasione dell’elezione dell’inquilino del Colle. Può anche essere che così non sia, ma allora perché dare proprio appuntamento a dopo l’elezione del presidente? Perché fissare questa come una frontiera? È un errore di Renzi? Può essere. Ma allora il movente qual’è? Chi ha scritto quel testo (qualcuno parla addirittura di Coppi) avrebbe teso una trappola a Renzi? Ma se Berlusconi sostiene che chi ha scritto quel testo voleva tendere una trappola proprio al rapporto tra lui e Renzi, allora Coppi o chi per lui hanno agito contro Berlusconi? Impossibile.

Diciamo anche che chi ha scritto quel testo lo ha fatto perché Renzi glielo ha chiesto. Questo lui l’ha confessato. Ma chi è? Non i ministri dell’Economia e della Giustizia, a quanto è dato sapere, non i loro sottosegretari, non i tecnici dei due ministeri. Pare dunque sia stata la dottoressa Manzione, capo dell’ufficio legislativo della presidenza del Consiglio ed ex capo dei vigili urbani di Firenze. È possibile che il rapporto esclusivo tra Renzi e la Manzione abbia partorito un emendamento così delicato al testo della legge, senza che nessuno lo abbia suggerito, o quanto meno auspicato? Anche perché Renzi non è tenuto a sapere tutto e la Manzione non è tenuta a comprendere le conseguenze politiche di una norma di legge.

Vuoi che sia tutto frutto del caso? Sarebbe perfino peggio. Le leggi, e soprattutto una legge fiscale, che ha contenuti tecnici elevati, non possono essere frutto di improvvisazioni. Hitchcock metterebbe insieme i fatti. Un testo parte dal ministero dell’Economia poco prima di Natale e il comma incriminato non c’è. Poi passa al Consiglio dei ministri e nessuno si accorge che c’è. Alla fine esplode il finimondo perché viene scoperto. Da Fitto, dice il Carlino-Nazione. Ma sarebbe bello che solo lui in Parlamento leggesse le leggi. E Renzi lo ritira, si assume la responsabilità di averlo voluto però lo rinvia a dopo l’elezione del presidente. Contemporaneamente Berlusconi grida al complotto (di Renzi?) contro il patto del Nazareno. Azzardo due ipotesi. Che siamo in mano a dilettanti allo sbaraglio che non sanno quello che fanno o che il tutto sia stato fatto consapevolmente sottovalutando la reazione. Nell’uno e nell’altro caso il giallo ha un’identica soluzione di condanna.

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