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Il silenzio di Reggio. Promuoviamo subito una grande manifestazione

Una volta la nostra città era la prima a mobilitarsi quando si mettevano in discussione libertà e giustizia. Dopo la strage di Charlie Ebdo invece, mentre in tutte le città italiane ed europee si sono radunati milioni di cittadini, a Reggio tutto tace. Nessuno che promuova una manifestazione, che organizzi un sit in, nessuna matita da mostrare, nessuna maglietta con la scritta Je suis Charlie. Perché? Solo dimenticanza? Solo concomitanza con le celebrazioni del 7 gennaio? Ho letto che le associazioni islamiche vogliono organizzare qualcosa. Sarebbe importante. Sarebbe tanto più significativo che provenisse da loro. Ma perché partiti politici, sindacati, enti locali, associazioni varie stanno ferme e zitte? Ho quasi l’impressione che prevalga da un lato la paura (ne ho diretta testimonianza parlando con la gente) o addirittura un’insufficiente consapevolezza delle necessità della difesa della nostra tradizione liberale. Dove stanno i pacifisti, le donne in nero, i tanti sempre pronti a schierarsi contro l’Occidente? Sono zitti, senza parola? Io dico. Diamoci tutti appuntamento, magari davanti al monumento dei caduti, e mostriamo all’Italia il volto della nostra Reggio, che ama la libertà ed ha avuto martiri per la sua conquista. Alziamo anche noi la nostra voce a difesa della libertà di opinione e di stampa. Perché nessuno può essere ammazzato per uno scritto, anche il peggiore, anche il più deprecabile. Perchè la massima che viene attribuita a Voltaire sulla libertà, e cioè “non condivido quel che dici, ma mi batterò anche a costo della morte perché tu lo possa affermare”, resti la bussola della nostra civiltà.