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Davanti al monumento della Resistenza per la libertà

Ho convocato un sit in per testimoniare il nostro amore per la libertà. Sono venuti amici al freddo e al buio per dare un segnale di vita e di luce. A Reggio non si era ancora mosso niente e nessuno, poi abbiamo appreso dell’opportuna iniziativa di domani di Comune e Provincia alla quale invitiamo tutti ad aderire. Oggi non si può rimanere in silenzio. Le stragi di Parigi sono stragi di libertà. Non è una guerra di religione quella che è iniziata, ma una guerra al terrorismo di matrice islamica a cui anche i mussulmani che credono nella democrazia e nell’integrazione devono partecipare. Noi dobbiamo essere consapevoli della superiorità della nostra cultura liberale, ma anche della necessità di non piegarci. SSarà una guerra lunga e la dobbiamo vincere. Reggio ha due obblighi per combatterla. Quello che deriva dall’alto tributo della nostra lotta al nazismo, quello che ci deriva dal nostro tricolore che si ispira a quello francese e ai suoi ideali di libertà, di fraternità e di eguaglianza. Massacrare giornalisti significa abbattere un principio fondamentale sui cui si basa la nostra democrazia. Sostenere che Charlie Ebdo sia andata oltre le righe, significa giustificare che quelle righe possano segnare il confine tra la vita e la morte. Non c’è nessuno che possa, per quanto alto possa essere il suo livello di profanazione, essere responsabile del suo omicidio. Anche l’attacco al supermercato frequentato da ebrei è un vile attentato alla libertà di religione. Bisogna fermare l’odio e la violenza, il fanatismo e l’orrore con la forza della politica, del dialogo, ma anche delle armi. Non si vince questa guerra solo con le idee, purtroppo. Di questo dobbiamo essere consapevoli.