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La variante Alfano

7 Giugno 2015 1.411 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

I giornalisti, perfino quelli più attenti e preparati, addirittura i sondaggisti, ancora non hanno capito le conseguenze naturali dell’Italicum. Un partito di governo, il Nuovo centrodestra, dopo avere sostenuto e votato la legge, adesso ne chiede una sostanziale modifica per reintrodurre gli apparentamenti e le coalizioni, che l’Italicum, con la clausola del premio alla lista, ha abolito. Il partito di Alfano, determinante, fino a prova contraria, nella maggioranza di governo, ha capito, in ritardo, una cosa semplice. E cioè che difficilmente potrà far parte di una lista di centrodestra con Salvini e Berlusconi e che solo la resurrezione delle vecchie coalizioni gli permette di avere un ruolo, da un lato o dall’altro non importa.

Oltre a Renzi l’unico che ha compreso la logica politica della nuova legge elettorale è Silvio Berlusconi. Il suo progetto di unire il centro-destra in un’unica lista è l’unico che gli può permettere di gareggiare per vincere. La lista di Salvini da sola potrebbe
anche andare al ballottaggio e sarebbe un miracolo. Ma senza speranza. Unire in un’unica lista Forza Italia e Lega darebbe ben altro segno alla battaglia. Ma l’incaglio vero è rappresentato dalla leadership. La Lega è oggi più forte di Forza Italia e legittimamente rivendica la guida per Salvini. Berlusconi non può fare a meno di Salvini ma è consapevole che una sua leadership gli farebbe fuggire l’elettorato moderato, per il quale Renzi rappresenta oggi una credibile alternativa.

Il problema non è di facile soluzione, ma il tempo per risolverlo c’è. Chi non ha interesse a votare a breve è proprio il centro-destra. Gli servono un paio di anni per indebolire Renzi e costruire una soluzione credibile Sono convinto che alla fine la partita sarà a due, non a tre o a quattro come qualcuno ipotizza con le variabili Grillo e Landini. Ecco perché è nata la variante Alfano. Il leader del Nuovo centrodestra ha annunciato che il sostegno del suo partito al governo Renzi durerà ancora un anno, il tempo per completare la riforma costituzionale. Poi si vedrà. Alfano ha capito che allungare i tempi è il più grande favore che può recare al vecchio centro-destra: favorire la nascita di una lista, se non di un partito, che gareggi per vincere. Ma che lo esclude.

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