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Bizzarrie oppositorie: la falce e martello per rinnovare il Psi

Nulla da dire sul fatto che una parte piccola della cosiddetta piccola opposizione del piccolo Psi si sia riunita a Roma e abbia invitato anche Stefano Fassina, appena uscito dal Pd, quasi a mostrare come è fiorita la strada di una scissione. La cosa che mi ha impressionato, però, è il ricorso, come richiamo fondamentale presente nel podio, al vecchio simbolo del Psi, quello con libro e falce e martello. La falce e martello noi l’avevamo ripudiata perché storicamente comunista e proposta proprio da Bombacci al Pcdi. E il vecchio simbolo l’abbiamo sostituito al congresso di Torino del 1978 col garofano rosso. Poi, con Rimini 1987, anche il vecchio richiamo, che coesisteva col nuovo, è andato in soffitta. Vogliono i nostri amici e compagni ripudiare il Psi degli anni ottanta assieme alla sua simbologia? Tutta la nostra tradizione più recente, le nostre intuizioni sui meriti e bisogni, sulla grande riforma, sulla scala mobile e Sigonella, sul socialismo liberale. Insomma vogliono mettere in soffitta tutto ciò che di buono ci ha regalato, al Psi e all’Italia, la segreteria di Bettino Craxi e il nuovo corso socialista? Vogliono rianimare il socialismo frontista senza che il comunismo, da venticinque anni, ci sia più? È incredibile, ma pare che sia così. D’altronde la preferenza verso gli ex comunisti questo impone. Ex comunisti e vetero socialisti uniti nel nome della falce e martello. Incredibile.