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Scelta civica fa bau a Renzi

Non scherziamo. Enrico Zanetti è anche una brava persona e sono sicuro che crede davvero a quel che dice. Però chiedere un chiarimento e minacciare una crisi di governo mi sembra buffo. Riepiloghiamo le due questioni. Una di merito e una politica. La prima si riferisce allo scontro con Rossella Orlandi, il massimo dirigente dell’Agenzia delle entrate. La Orlandi si era lamentata del fatto che il governo aveva tagliato alcuni dirigenti che erano stati assunti in modo, diciamo così, non proprio regolare. Zanetti è andato su tutte le furie e ha chiesto di fatto le dimissioni della Orlandi. Poco dopo il ministro Padoan lo ha smentito. E mentre questo avveniva Sel e la minoranza del PD se la sono presa con Zanetti, il quale ha ribattuto che “aver contro la sinistra significa aver ragione”.

Lasciamo perdere la battuta, che certo non sarà dispiaciuta a Renzi. Ma Zanetti ha minacciato fuoco e fiamme chiedendo una verifica e paventando anche di lasciare il governo. Certo Scelta civica, che oggi è attestata allo 0,qualcosa, dispone anche di un ministro, anzi di una ministra. E non da poco, alla Scuola e università, peraltro impegnata nella riforma della buona scuola. Ma Zanetti è anche segretario del partito che fu di Monti, un utile traghetto per il Pd, oggi ridotto a una zattera nel mare. E qui nasce la questione politica. Quel partito è ridotto all’osso e ha percentuali inferiori alle nostre. Eppure disponeva di un ministro. Che la mossa di Zanetti sia diretta contro la Giannini? Anche perché non si è mai visto un segretario di partito che entra in un governo dove la posizione di maggior prestigio è a vantaggio di un altro. Che segretario mai è costui? La Giannini ha risolto recentemente la questione aderendo direttamente al Pd.

Zanetti ha bisogno di chiarire bene che il suo partito non può restare senza ministero. E, visto che da un po’ rivendica l’esistenza di un ministero delle Finanze, scorporato dall’Economia, perché non deve entrare lui? Resta il fatto che la verifica tra la povera Scelta civica e il Pd, rischia di essere come quella corsa della zanzara sull’elefante. Credeva di correre lei. Con un ulteriore paradosso. Sarebbe la prima volta che un partito che vive essenzialmente della sua presenza al governo, peraltro acquisita subito dopo il voto, quando la sua consistenza era diversa, sbatte la porta e se ne va. La porta resterà chiusa e dal governo non se ne andrà nessuno. Scommetto. Ma con chi?

Mauro Del Bue
Mauro Del Bue
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