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Se le banche vanno in crisi prelevano sui nostri conti

Nessuno o quasi nessuno ne parla. Sembra un silenzio rivelatore. Eppure il decreto approvato al Senato qualche giorno fa, che recepisce una direttiva europea, rischia di creare non poche conseguenze pratiche agli italiani. Riassumiamo. Siccome la Germania e le sue banche si erano dette preoccupate dell’intervento pubblico per salvare le banche altrui, hanno inventato un giochino davvero perverso, subito recepito in sede europea. E cioè che in caso di fallimento o di grave crisi, sì anche di crisi, gli istituti bancari si possano rivalere sui correntisti che hanno depositi superiori ai centomila euro. È il cosiddetto bail-it, salvataggio dall’interno, che contrasta col bail-out, il salvataggio da fuori, attraverso l’intervento pubblico.

Intendiamoci. Se una banca fallisce è evidentemente che ci rimettano i correntisti, a meno che lo stato non intervenga per tutelarli. Quello che in fondo è già avvenuto in Italia, quando si è parlato a vanvera di interventi a favore delle banche, ma in realtà a favore dei risparmiatori. Restano naturalmente evidenti le responsabilità di chi le banche le guida, che non sono certamente i loro correntisti. Si era pensato a una manovra diversa. E cioè a un prelievo forzoso del 10 per cento sui conti correnti di 15 paesi dell’area euro per risolvere la crisi degli istituti di credito, ma la Commissione europea e la Bce si sono subito dette contrarie.

Si è preferito usare il cosiddetto metodo Cipro. E cioè la direttiva della troika che ha imposto alla Banca of Ciprus un prelievo forzoso del 37,5 % sui conti oltre i centomila euro, prelievo che è finito in tribunale per il ricorso di legittimità dei correntisti ciprioti. In Italia una via di questo tipo non era mai stata sperimentata prima. Non vale il precedente del decreto Amato del settembre del 1992 che per difendere la lira dall’agguato internazionale prelevò il 6 per mille (un’inezia, se paragonata al prelievo cipriota) sui conti correnti di tutti i cittadini.

Che conseguenze potrà determinare questo provvedimento che dovrà ora passare al vaglio della Camera? Semplice. Coloro che vantano un conto corrente superiore ai centomila euro preleveranno i soldi e li spartiranno in più banche. Oppure investiranno il surplus in azioni o obbligazioni italiane ed estere. Più difficile con l’aria che tira che si mettano a comprar case, e anche se fosse non capisco cosa ci guadagnino le banche. L’effetto immediato sarà la diminuzione dei depositi bancari. Bella trovata davvero. Anche perché, appena il silenzio si romperà, dilagherà la preoccupazione e la difesa dei risparmi. (Mauro Del Bue e Angelo Santoro)