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Rotondi: “Quando Bertone tentò di cacciarmi da ministro”

4 Marzo 2016 824 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Gianfranco Rotondi, già segretario della Dc in via di ricostruzione nella prima metà degli anni duemila, fu firmatario, quando era ministro del governo Berlusconi, tra il 2008 e il 2011, di una proposta di legge sulle unioni civili. Rotondi rivela in questa intervista per l’Avanti!, i forti condizionamenti del Vaticano, attraverso il cardinal Bertone, che si spinsero fino alla esplicita richiesta formulata al presidente del Consiglio delle sue dimissioni da ministro. Seguiamo bene queste parole di Rotondi, un cattolico liberale, che proviene dalla migliore tradizione democristiana, quella che ha sempre rispettato la cultura laica e che ha reso possibile l’approvazione di leggi come quelle del divorzio e dell’aborto senza fare crisi di governo, ma limitandosi a chiedere il parere al popolo italiano. E ringraziamo Rotondi, al quale mi unì un limitato percorso comune, che oggi giudico, alla luce delle sue posizioni, ancora più giustificato.
A proposito della vicenda di Nichi Vendola si è levata una voce in campo cattolico, la tua, in difesa del rispetto delle persone e contro la canea che la nascita del figlio aveva generato. Cosa ti ha spinto a prendere la parola?
Sono nato sotto Papa Giovanni che esortava a distinguere tra l’errore e l’errante. Per me il gesto di Vendola è un errore, ma per dirla con l’attuale Papa: chi sono io per giudicare? 

Si confonde ancora la stepichild adoption con il cosiddetto utero in affitto, pratica assai discutibile invero. Ma che non ha destato alcuna levata di scudi quando a praticarla sono state coppie eterosessuali, mentre ovviamente non viene usata dalle coppie omosessuali, e nel contempo viene vietata anche per loro in nome dello stesso motivo. Perché contro la stepchild adoption si sono agitate queste prevenzioni, in particolare da parte di Alfano?
È accettabile che in morte di un genitore il suo partner omosessuale adotti il figlio del compagno. Penso che in tal senso si orienteranno i magistrati eventualmente chiamati a decidere.

Parliamo di bambini. Un figlio di una
rotondicoppia omosessuale concepito esattamente come quello di una coppia eterosessuale ha la metà dei suoi diritti. Davvero la stepchild adoption avrebbe incentivato l’uso dell’utero in affitto? Allora perché con una legge recente il Parlamento ha approvato una normativa per l’adozione del figlio naturale del partner nella coppie etero?
Purtroppo il rischio di aprire la strada all’acquisto dei figli è alimentato proprio da episodi come quello di Vendola. Il giusto riconoscimento dei diritti di un figlio preesistente non va utilizzata per favorire il commercio dei bambini.

Parliamo dei cattolici. Pare che sia diventato dogma il principio naturale. Come se un figlio sia proprietà di chi lo fa e non di chi lo cresce, di chi lo ama. Cosa c’entra tutto questo con la dottrina?

Nella storia della Chiesa non sempre la famiglia è stata fulcro della fede. Oggi la Chiesa fa quasi della famiglia una sintesi dei propri valori. Eppure le parole più dure contro la famiglia vengono da Gesù che esorta un discepolo a seguirlo rinunziando a seppellire il padre. È come se di fronte a una società secolarizzata la Chiesa si rifugiasse nella ridotta del tradizionalismo e del conservatorismo sociale. Il Papa tuttavia sta scuotendo questa tendenza.

Quante volte da quando sei deputato sono state tentate leggi sulle coppie di fatto, gay o meno? Ricordi i Dico? Che fine fecero?
I Dico furono usati abilmente dal centrodestra per abbattere Prodi cementando un blocco sociale che al tempo de ‘ruinismo’ favorì il ritorno di Berlusconi al governo. Se Prodi avesse avuto una maggioranza stabile al Senato i Dico sarebbero passati già allora anche col voto di alcuni di noi che si dissero favorevoli.

Tu stesso sei stato firmatario di una proposta di legge sulle coppie gay. È vero che si misero di mezzo le alte gerarchie vaticane e che Berlusconi ti chiese di ritirarla?
Sì, andò esattamente così. Con l’aggravante che avevo sottoposto il testo a chi in Vaticano seguiva la materia e conveniva con me sulla opportunità di legiferare nell’ambito dei diritti individuali. Poi la segreteria di Stato intervenne su Berlusconi chiedendo le mie dimissioni. Io non le diedi venendo dalla scuola di un leader Dc come Fiorentino Sullo autore di un libro intitolato ‘Il Tevere scorre ancora’. Il libro fu scritto dopo che le gerarchie chiesero le sue dimissioni per aver proposto una riforma urbanistica osteggiata dai proprietari di suoli. Corsi e ricorsi storici.

Puoi raccontarci qualche episodio in proposito che non è noto alla pubblica opinione?
A Napoli avevamo un consiglio dei ministri straordinario sull’emergenza rifiuti e in quella occasione Berlusconi e Letta mi presero da parte dicendomi che il giorno prima il Cardinale Bertone al Quirinale aveva chiesto a Berlusconi dove avesse preso questo sedicente segretario della Dc favorevole ai diritti dei gay…

Cosa è cambiato su questi temi col Pontificato di Francesco? Come mai il Papa è su posizioni molto prudenti e i suoi oppositori sono così scatenati?
È tornata la Chiesa della mia giovinezza, ferma sui principi, ma accogliente e materna con chi se ne discosta e vale non solo sulle questioni etiche ma più in generale su ogni aspetto della vita.

Che dire al cardinal Bagnasco che vorrebbe scegliere anche il tipo di voto dei senatori?
Bagnasco ha ribadito le sue opinioni, ma il Senato ha scelto con libertà. Non mi sembra francamente che ci sia stata in questo caso una interferenza.

Se penso alla tue posizioni su questa materia leggo ancor piacevolmente quell’esperienza che unì il garofano e il simbolo della Dc alle elezioni del 2006. Era in fondo l’incontro tra il socialismo liberale e il liberalismo cattolico. Roba di prima qualità…
Liquidammo con troppa fretta una esperienza che poteva fruttificare divenendo oggi una alternativa alle forze politiche attuali in via di evaporazione. La politica italiana ha separato i contenuti dai contenitori. Il risultato è l’antipolitica. Paradossalmente oggi è il Papa a segnare un sentiero lungo il quale i riformismi sono chiamati a incontrarsi di nuovo. Perció ho fondato Rivoluzione Cristiana.

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