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Da il Resto del Carlino del 1 maggio 2016: “Palazzo Rangone, dove un tempo passava il Crostolo”

2 Maggio 2016 1.486 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

In piazza del Cristo, dove fino al trecento scorreva il Crostolo e dove fino al quattrocento erano ubicate costruzioni modeste, alcune destinate a laboratori artigiani, un ricco mercante di panni, ma anche ritenuto esperto in costruzioni, tanto da far parte della commissione per l’edificazione della torre di san’Agostino, certo Crisante Scaioli, si presentò ai vari proprietari coi soldi in mano e non ebbe difficoltà a convincerli acquistando il tutto. Era il 1461 e da quell’anno prese il via l’edificazione del palazzo che, come tutte le dimore storiche reggiane, subì poi diverse trasformazioni nei secoli successivi. Il palazzo disponeva, fino al secolo seguente, della sola parte centrale, e si possono individuare ancor oggi decisive reliquie quattrocentesche quali il parametro murario, le finestre a sesto acuto, alcuni soffitti con cassettoni, ma anche una colonna con capitello su via del Follo e una parte di vecchio intonaco che, a giudizio dell’architetto Gianni Boeri, che col figlio si sta occupando del restauro e che è proprietario di un piano del palazzo adibito a studio, ha necessitato di un approfondimento sui materiali da indicare nel progetto. Sarebbe anche suggestivo immaginare, a giudizio di Boeri che quei piccoli archi oggi incastonati nel muro che si affaccia sulla piazza servisse alle barche, ma le date di deviazione del Crostolo e di edificazione del palazzo non lo consentono. Nel cinquecento il palazzo, sempre di proprietà degli Scaioli, subì la prima sostanziosa trasformazione. Vennero infatti edificati, proprio negli anni dell’apertura della nuova Porta Castello nel 1551,come ingresso in città dal sud, e della Ghiara, come congiunzione con la via Emilia, nuove importanti dimore. Proprio sul Corso abitarono i Canossa, i Vicedomini, gli Scaruffi, i Ruggeri e gli Scaioli non potevano essere da meno. Si dedicarono infatti a un opera di abbellimento e di magnificenza del loro palazzo originario. Le due parti edificate ai fianchi del corpo centrale, o avamposti o torrioni, sono datate alla seconda metà del cinquecento e rimandano alla possibilità, non provata, che siano opera del Vignola, cioè Jacopo Barozzi. I due corpi laterali vennero poi collegati da una balconata nel settecento, quando ormai gli Scaioli avevano ceduto il palazzo ai Canossa (il collegamento della città con la villa ducale di Rivalta aveva prodotto il nuovo vialone che proprio da Porta Castello arrivava oltre San Pellegrino) e poco prima che questi ultimi lo cedessero, nel 1768, ai conti Torello i quali, nel 1809, lo vendettero ai Rangone ai quali resta tutt’ora almeno in parte perché, oltre a Boeri, anche altri sono i condomini dell’ampio palazzo. Oggi è in vendita un appartamento non ancora acquistato da alcuno. Così il restauro di palazzo Rangone ha dovuto fare i conti con diverse difficoltà. Quelle relative al frazionamento della proprietà, quello relativo ai problemi decifrazione storica e di conseguente proposta architettonica, quello relativo a una particolare attenzione della sovrintendenza. Lo stabile è stato già sottoposto alla messa in sicurezza e al consolidamento delle pietre, mentre sia il piazzale interno sia la scalinata sono state restaurate. All’ingresso, sulla destra, dagli anni ottanta prendono posto alcune attività commerciali, senza che sia stato abbattuto, come qualcuno aveva ipotizzato, il muro esterno. Il conte Francesco Rangone aveva iniziato a lavorare sul restauro dell’immobile e così hanno fatto i suoi figli Ugo, Gherardo e Claudio, quest’ultimo impegnato anche nell’attività politica e consigliere comunale di Reggio. Il figlio di Gherardo, Francesco, mi ha comunicato l’intenzione di procedere a breve anche su un più visibile restauro delle facciate, compresa la parte più deteriorata e annerita che si affaccia su via del Follo. L’assessore Pratissoli me lo conferma. Esiste un bando che verrà comunicato in settimana per il recupero delle vie del centro storico e a questo bando partecipa anche il progetto di recupero di Palazzo Rangone. Una notizia, indubbiamente positiva, per chi ha a cuore la storia e la bellezza di Reggio.

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