E’ guerra magistrati-Pd, ma da una parte sola….
Claudio Martelli, in un incisivo articolo pubblicato sul Quotidiano nazionale, si pone un interrogativo. Visto che ormai non si contano gli arresti e le iniziative giudiziarie verso esponenti del Pd e poichè da ogni parte si grida alla guerra che la magistratura avrebbe dichiarato a questo partito, Martelli si chiede quali ne siano le ragioni, non riscontrandole nei comportamenti del governo Renzi. Quest’ultimo, se si toglie la questione ferie e una timida legge sulla responsbilità civile, ma si aggiunge quella sull’allungamento dei tempi della prescrizione, come chiedevano i magistrati, che cosa avrebbe mai fatto per urtare cosí il partito delle toghe?
L’elezione di Davigo al vertice dell’Anm e la sua prima dichiarazione di guerra (“I politici rubano come prima, ma hanno smesso di vergognarsi”) sono il segnale di una nuova stagione di aggressività e di iniziativa giudiziaria dei magistrati. Penso all’arresto del sindaco di Lodi, inquisito non per corruzione, ma per semplice turbativa d’asta. Sia ben chiaro questo è paradossalmente uno di quei casi in cui il carcere preventivo è possibile secondo i dettami della legge. Uggetti stava inquinando le prove con quella telefonata sulla decisione di formattare tutto. Tuttava la fattispecie di reato appare risibile. Chi conosce bene, io ho fatto l’assessore allo sport del mio comune, la situazione spesso debitoria in cui versano le gestioni delle piscine comunali benedice i privati che se ne vogliono far carico.
L’ipotesi più probabile è che Uggetti abbia voluto favorire una società della quale si fidava. Si può configurare un reato, ma arrivare all’arresto, insomma, e addirittura a far apparire il sindaco di Lodi nelle vesti del malfattore, come emerge dalle dichiarazioni delle due giovani sostitute della cittadina lombarda, ce ne passa. Resta l’interrogativo di Martelli e la risposta è contenuta nelle sue frasi finali. Il partito dei magistrati ha deciso di aumentare la sua sfera di influenza. E di colpire al cuore la politica. E’ però incredibile come il Pd faccia finta di non accorgersene e di delegare le frasi più decise al partito di Verdini, una sorta di megafono con slogan da ultras mentre i dirigenti del Pd restano seduti in tribuna. O pensa di essere costituito da malfattori o ha timore che la guerra diventi più cruda.
Noi possiamo recare il contributo della nostra esperienza e anche dei nostri errori, come certo fu quello di vincere un referendum sulla responsabilità civile del giudice e poi di svuotarlo con l’inoffensiva legge Vassalli, giustamente osteggiata dai radicali. Oggi il Pd o accetta la sfida e mette subito in calendario le leggi di guerra, ma giuste, santiddio, e proprie di tutti i paesi civili, come quella della separazione delle carriere e del doppio Csm e l’abolizione della obbligatorietà della azione penale, o rischia di essere travolto. Caleranno nei sondaggi i renziani con viva soddisfazione dei Cinque stelle, della Lega, la nuova alleanza giustizialista, e della minoranza del Pd. E il risultato, anche grazie allo scombiccherato Italicum, sarà la creazione del nuovo assurdo bipolarismo tra Grillo e Salvini. Che Dio ce scampi. La conseguenza di Mani Pulite doveva essere il trionfo del fronte giustizialista. Si mise di traverso Berlusconi e le cose andarono in tutt’altro modo. Oggi solo Renzi potrebbe impedire le conseguenze logiche e apparentemente inevitabili della nuova iniziativa del partito delle toghe. Ma sarà in grado?
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