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Alle urne, alle urne…

6 Dicembre 2016 1.066 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Ad ascoltarli sembrano tutti impazziti. Il Pd è in preda alla revisione autoflagellatoria post sconfitta. E si divide ancor di più. Si parcellizza tra renziani doc, post renziani, franceschiniani, amici di Martina, giovani turchi, giovani musulmani e indiani di confine. Ormai, in un partito dove quasi tutti erano bersaniani, e poi, dopo la sconfitta del 2013, gli stessi son diventati renziani, c’è da aspettarsi di tutto. Adesso in molti, soprattutto “i renziani a cadavere”, ultima versione masochista del renzismo doc, implorano le elezioni subito in base al precetto “dopo Renzi nessuno”. Meglio Grillo, insomma, di Letta o di Padoan… Fanno eccezione i bersaniani. Sanno di averla combinata grossa e auspicano un altro governo. Verranno fatti a pezzi anche per questo.

Alfano pare schierato sulla stessa lunghezza d’onda. Alle urne, alle urne, a febbraio anche prima, a Natale. Il suo partito è in preda a una convulsione. In tanti lo hanno abbandonato e altri (Lupi) lo stanno abbandonando per rientrare nella vecchia casa. Più passano i mesi e più si trova con meno gente. Meglio regalare il condominio a Grillo e tenersi stretta la ditta? La crisi del renzismo si porta naturalmente seco quella dell’alfanismo. Chiudiamo una fase, ma non apriamone un’altra, dunque.

Anche Salvini vuole votare subito, anche con l’Italicum. Ha detto che gli va bene qualsiasi legge, basta votare. Sa benissimo che votare con l’Italicum significa consegnare l’Italia a Grillo. Sa benissimo che il centro-destra guidato da lui non andrebbe nemmeno al ballottaggio a meno di altri suicidi politici, che non escludo, in casa Pd. Ma Salvini vuol fare il capo del centro-destra a tutti i costi e questo solo gli interessa. E poi per lui meglio Di Maio di Renzi. Ci sono anche tante cose in comune. Sull’euro, sull’emigrazione, chissà….

L’unico che pare con un minimo di saggezza (oltre che di capelli legnosi) in testa è Berlusconi che almeno subordina le elezioni, che anche lui vuole anticipate (e ci mancherebbe) all’approvazione di una legge elettorale proporzionale. Intendiamoci, se all’Italicum togliamo il doppio turno e il premio di maggioranza, eccola la legge proporzionale. Poi sui collegi si ragionerà. Ma almeno Berlusconi lo vede il rischio di affidare ai grillini la legge più adatta per vincere. Ha già detto che se accadrà prenderà l’aereo per l’estero assieme a Vespa e si porterà seco anche Renzi. Vedremo.

Poi ci sono loro, i Cinque stelle. Hanno finalmente capito che l’Italicum li favorisce, han messo nel cassetto la loro legge che li farebbe perdere, non parlano più di truffa, anzi adesso vogliono applicare l’Italicum anche al Senato, dove però è ancora in vigore il testo costituzionale che impone che i senatori siano eletti “su base regionale”. Un pasticccio. Si dirà che non si può cambiare l’Italicum solo perché favorisce Grillo. Giusto. Ma si può approvare una legge, che personalmente ho sempre avversato, che fa vincere il tuo avversario anche solo col 25-30 per cento? Questa semmai la grave colpa di Renzi. Di non essere sceso “Da li monte” e calato nella realtà. Con un’idea fissa in testa: il vincitore. Come Radames nell’Aida di Verdi. Che poi fece una gran brutta fine….

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