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Per un congresso di unità e rinnovamento

Entro il 31 dicembre la nostra comunità dovrà completare i suoi quadri. E prepararsi a un congresso che mi auguro di unità, pur senza retorici unanimismi, e di rinnovamento, ma non di rottamazione delle sue migliori energie. Dovremo insieme definire le norme congressuali da sottoporre a un Consiglio nazionale da tenere a fine gennaio. Poi tra febbraio e marzo potremo celebrare i congressi provinciali, regionali e nazionale, che forse si potrebbe anche anticipare di qualche giorno rispetto alla data fissata.

Oggi parlo solo di unità e di rinnovamento. L’unità, non la retorica della unità, si fonda sulla sintesi politica possibile e io penso che non dovrebbe essere difficile individuare un percorso comune che fuoriesca dall’incomprensibile contrapposizione tra Rosa nel pugno e unità socialista, essendo a mio parere la seconda, peraltro assai limitata nelle sue proporzioni, assolutamente compatibile con la prima e quest’ultima solo un primo tentativo, peraltro insufficiente, di espansione della nostra piccola comunità. Niente é già deciso, la programmata manifestazione coi radicali di Milano é stata rinviata. Possiamo fissare tutti insieme le tappe del percorso che ci attende.

Quelle che vedo sono le seguenti. L’appello a tutti i socialisti disponibili a rientrare nel Psi darà i frutti che potrà dare. Nencini ha elaborato un documento con talune firme, anche prestigiose, ed é giusto aprire le porte a tutti. Il problema é che molte sono state chiuse a chiave. D’altronde la politica ha le sue regole. Immaginare una riunificazione di tutti i socialisti sopravvissuti che un quarto di secolo fa erano nel Psi é illusione da nostalgici e romantici, peraltro piuttosto incomprensibile. Ho trovato vecchi compagni seminati ovunque e non si comprende perché mai, con convinzioni opposte, gli stessi dovrebbero ritrovarsi oggi nello stesso partito. Occorrerebbe un sortilegio, non un congresso.

Vengano dunque tutti i disponibili, vengano a darci una mano. Il Psi è l’unico partito della prima Repubblica ancora presente in Parlamento, nelle regioni e ancor più nelle province e nei comuni. Non è vero che é l’unico esistente. Esistono ancora, lo testimoniano sui social, partiti comunisti, democristiani, repubblicani, messi assai peggio di noi. Ma noi abbiamo un dovere in più di resistere. E ciò dipende dal fatto che il nostro vecchio Psi è l’unico partito della prima repubblica che non ha avuto un erede nella seconda. Contrariamente ai comunisti, ai democristiani, perfino ai missini, i socialisti, demonizzati dal clan mistificatorio Mani pulite, sono stati cancellati dalla politica e dalla storia.

Se dunque un motivo forte di esistere e di resistere ce l’abbiamo, nel contempo sappiamo che soli siamo destinati presto a sparire. Il sistema italiano non è più identitario dal 1994 e oggi è stato sconvolto da una nuova rivoluzione che ha distrutto il ventennale bipolarismo, magari per crearne uno nuovo, quello, nefasto, tra Lega e Cinque stelle. La nostra deve essere dunque una missione per rafforzarci contaminando, non chiudendoci a riccio. Vedremo quali saranno gli sviluppi in casa Pd, dove non é esclusa da un lato una regressione post comunista e dall’altro una fuga neo centrista. Vedremo se Renzi saprà sfidare quanti anelano a una sinistra pentastellata, assai peggio di quella massimalista, confusa, populista, e un po’ idiota.

Noi, dopo l’unita possibile e il primo attracco coi radicali, dovremo aprirci a nuove compagnie europeiste, ambientaliste, laiche e riformiste, ovunque si celino e puntare per le elezioni europee o sull’identità socialista e dunque sull’accordo col Pd, partito del Pes, o su un accordo riformista con altri soggetti in grado di superare l’alto sbarramento elettorale. E dovremo individuare il nuovo gruppo dirigente e in particolare il nuovo segretario. Credo dovremmo farlo tutti insieme e prima del congresso. Non siamo un partito che può permettersi nuove rotture dopo la celebrazione dell’unità. Tutte le tensioni sulla data del congresso nascondono altro. Ma non credo che parlando di politica e di nuovo gruppo dirigente con chiarezza e apertura non possano essere superate. Penso che questo non sia solo possibile, ma necessario.