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I no Tav e i no Salv

Dopo averla inviata all’odiato governo francese l’analisi costi-benefici della Tav Torino-Lione ë stata recapitata anche ai ministri e ai giornali. Cosi ne apprendiamo le conclusioni già scritte e firmate non da tutti i commissari. La Tav sarebbe inutile per la mole di merci che transitano dal Piemonte e costosa, con sette miliardi, forse otto, a carico dell’Italia, comprensivi, ahinoi, anche dei mancati introiti del trasporto su gomma e del minore incasso delle accise sulla benzina. Ma una seria analisi costi-benefici dovrebbe essere in grado di quantificare anche i benefici che sono legati alla realizzazione dell’opera e questi pare siano assenti.

La Tav ë divisa in tre. Una parte, in Francia a carico del governo transalpino, una parte, in Italia, a carico del governo italiano, il lungo tunnel diviso in due e finanziato al 40 per cento dalla Ue. Quest’ultimo é in via di realizzazione. La parte complessivamente scavata ë lunga 25 chilometri, quella scavata in Italia sette chilometri. Non sarà esattamente il tunnel da cui transiteranno i treni ma si tratta del tunnel propedeutico, di supporto e necessario per esaurire l’opera. Dunque sospenderla significa creare un danno all’Italia che dovrebbe gettar via i soldi già impiegati per i cantieri, rinunciare al finanziamento europeo con penali da pagare, aprire un contenzioso con la Francia che avrebbe scavato una parte di tunnel inutilmente.

Certo si possono ipotizzare anche risparmi ulteriori nella parte di ferrovia da costruire in territorio italiano e pare su questo versante stia lavorando Salvini per convincere i Cinque stelle. Magari ipotizzando di utilizzare in parte o in toto la ferrovia esistente. Tentativo arduo perché nei grillini al No Tav, dopo l’Abruzzo, si accresce anche il no Salv. L’esigenza cioè di smarcarsi dalla Lega, di marcare le differenze, di valorizzare la loro identità. Parliamo di un’opera strategica per l’Europa e per l’Italia, di uno dei corridoi, quello che unisce Portogallo e Ucraina, che sarebbe fondamentale per valorizzare economicamente l’area italiana interessata, che va dal Piemonte al Friuli, passando per Lombardia ed Emilia, e che darebbe lavoro a 50mila persone e a centinaia di aziende. Stiamo parlando di una ferrovia ad alta velocità che farebbe diminuire il traffico su gomma, obiettivo comune a tutti i governi europei.

Il commissario Foietta sostiene che i calcoli delle merci per il presente e futuro sono sottovalutati, che non sono contemplate quelle via Ventimiglia su strada e che i danni sulle accise per il minor traffico su strada vengono invece sovrastimati. Chiamparino ritiene che avere affidato lo studio al professor Ponti, noto fautore del trasporto su gomma, é come mandare Dracula all’Avis. Di fatto tutto oggi appare più difficile. L’Italia pare voler troncare tutti i rapporti con la Francia e abbattere non solo i ponti che collegano politicamente i due paesi, ma anche i tunnel. Penso che i posteri guarderanno a noi come a esseri primitivi. Non abbiamo la clava, ma rifiutarsi di completare una ferrovia, é come rifiutarsi di usare i fucili per la caccia e continuare coi coltelli. Senza accorgersi che é anche molto più pericoloso..