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Che Boccia…

Il presidente della Confindustria é uomo volubile. Capisco che tradizionalmente, sulla base delle indicazioni di casa Agnelli (da senatore a vita l’avvocato ha sempre concesso la fiducia a tutti i governi, indipendentemente dal colore e dal programma) deve stare vicino al potere. Ma a tutto c’è un limite. In una prima fase Boccia ha accettato il decreto cosiddetto Dignità, che non pochi problemi poneva soprattutto alle piccole e media aziende del nordest, credo per non rompere con Salvini. Poi s’è accorto che il blocco della Tav Torino-Lione, oltre che irrazionale, era un suicidio per l’economia italiana e ha reagito con iniziative e manifestazioni.

D’altronde Boccia poteva ben dire che i suoi affondo non erano contro il governo ma anzi a favore di una sua parte, quella leghista, che alle manifestazioni pro-Tav aderiva con convinzione. Poi la recessione, l’Italia sotto lo zero negli ultimi trimestri del 2008 e la previsione di un aumento del solo 0,2 per l’anno in corso, la crescita più ridotta di tutti i paesi Ue, perfino della Grecia, mentre la Spagna corre oltre il due per cento e una Germania in crisi prevede di superare l’uno. I provvedimenti del governo, abbassare l’età pensionabile e pagare chi non lavora a vita, anche rifiutando due proposte d’impiego, vanno nella direzione opposta a quella richiesta. Per produrre crescita e lavoro occorrono investimenti pubblici e privati (anche attraverso detassazioni) che non compaiono nella legge di bilancio.

Nel Def c’é la previsione di una crescita allo 0,2 per cento che contrasta con quella dell’uno per cento prevista nella legge di bilancio che a sua volta attenuava quella all1,5 propagata dal governo, che mitigava infine la folle sortita del ministro Savona di un Pil al tre per cento. Dopo quasi un anno di governo il signor Di Maio si dedica a una legge cosiddetta sblocca cantieri, ma dovrebbe precisare chi in questo anno i cantieri li ha bloccati. Solo colpa della legge sugli appalti che viene solo parzialmente modificata portando i subappalto al 50% e la trattativa privata da 150mila euro a 200mila? Chi ha bloccato, oltre alla Tav, il terzo valico appenninico, la pedemontana veneta, la Cispadana, il passante di Bologna, il prolungamento della Brennero a Sassuolo, solo per fare qualche esempio? Per questo, che Boccia definisca, dopo l’intervento del ministro al Consiglio di Confindustria,  Di Maio come “uno di noi”, stupisce e preoccupa. Che Boccia non bocci mai un ministro lo sapevamo. Ma che promuova chi ha bocciato e infrastrutture non se l’aspettava nessuno. Il sei o sette politico si dava nel sessantotto. Chieda a Ratzinger cosa ne pensa…