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L’Italia a destra

Quando si commenta un dato elettorale, molto semplice questa volta da interpretare, bisognerebbe saper cogliere il suo aspetto essenziale, che in questo caso é lo spostamento dell’Italia su posizioni marcatamente di destra. Salvini non ha vinto, ha trionfato, superando il 34 per cento e facendosi beffe degli ultimi sondaggi e degli exit pol che lo davano sotto il 30 e con loro delle stupide accuse di fascismo e di accordi coi filonazisti che hanno unito in un sol grido i poveri alleati e gli avversari. Se aggiungiamo al trionfo di Salvini il successo di Fratelli d’Italia e la sconfitta di Forza Italia, col tramonto annunciato del suo ex carismatico leader, il piatto é servito.

Cosa possa aver determinato questa travolgente vittoria e il tracollo dei Cinque stelle, i veri sconfitti di queste elezioni, tracollo che, come il trionfo di Salvini, é stato ben superiore a tutte le più nefaste previsioni, agli ultimi sondaggi e agli stessi exit pol (il dato finale é di poco superiore al 17 per cento) é più complesso da decifrare. Tentiamo. La politica dell’immigrazione, certo ha influito, ma non solo. Nel capovolgimento dei rapporti di forza tra i due alleati di governo sta anche il giudizio sulle loro capacità e affidabilità. La posizione sulle opere pubbliche e sugli investimenti della Lega al Nord ha destato molto più apprezzamento del reddito di cittadinanza al Sud, dove non a caso si é registrato il più alto livello di astensionismo.

Il dato di talune regioni del Nord é impressionante. Penso all’Emilia Romagna dove la Lega, secondo gli ultimi dati, sarebbe addirittura il primo partito. Vedremo cosa avverrà alle comunali (si é votato a Reggio, Modena, Ferrara, Cesena, Forlì), ma gia sappiano cosa avverrà alla regione Piemonte, dove all’ennesima giunta di centro-sinistra si sovrapporrà la settima consecutiva maggioranza regionale di destra. Se crollasse anche l’Emilia-Romagna tutto il Nord sarebbe nelle mani della Lega e dei suoi alleati. Dalle prime impressioni e dai dati europei mi pare probabile che si vada a pericolosi ballotaggi più o meno ovunque, anche laddove il centro-sinistra aveva sempre vinto al primo turno.

Fossi stato nel segretario del Pd Zingaretti avrei per questo evitato toni così entusiastici. E’ vero che il Pd aumenta rispetto alle politiche dell’anno scorso quando toccò il suo punto più basso. Passare dal 18,5 al 22.5 significa registrare un incremento di circa 4 punti. Diciamo che la lista non era composta solo dal Pd ma anche da esponenti dell’Mdp e dell’area di Calenda che quei quattro punti in più forse hanno contribuito a portare. Ma concediamo che si sia trattato di un aumento elettorale positivo. Ma a cosa serve? Esiste un’area di centro-sinistra che può dirsi competitiva? Esiste un progetto per contendere alla destra il Paese? E come continuare a commentare le sconfitte in tutte le regioni in cui si é votato (e oggi vedremo cosa accadrà nei comuni)? Con qualche brindisi di vino acido?

Più Europa esce da queste elezioni con un risultato discreto. In aumento rispetto al dato politico della’anno scorso, con una percentuale che alle politiche avrebbe consentito l’elezione di numerosi parlamentari. Il Psi vi ha recato il suo contributo che l’anno scorso venne invece incomprensibilmente rifiutato. Più Europa si segnala come la seconda gamba del centro-sinistra. Anzi, forse come l’unica altra gamba rispetto al Pd. Riemergono, anche grazie alle recenti mobilitazioni ambientaliste, da un letargo troppo lungo i Verdi che in altri paesi hanno trionfato, mentre viene forse definitivamente sbarrata la strada a soggetti di sinistra radicale. Quest’ultima é sempre stata anche le mia previsione e rivolgo oggi questo risultato, dati alla mano, a chi ancora parla a sproposito di vetero socialismo e della creazione di un soggetto più a sinistra del Pd. A proposito di pericolo fascista dedico alle varie Anpi i risultati di Casa Pound e di Forza Nuova. Assieme ottengono una percentuale non superiore a quella di un fantomatico partito pirata. Cervello per cortesia, adesso, e domani sera ci ritroviamo per commentare il resto.