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Bambini e bambini

Parlare di bambini in questo momento a Reggio é molto complicato soprattutto se si tratta di adozioni. Bibbiano é diventata sede di orchi e di mostri. Se non ne parli rischi di essere complice, se ne parli ti accusano di strumentalizzare. Salvini è arrivato a Scandiano vestendo i panni del missionario che vuole riconsegnare i figli a mamma e papà. In un precedente fondo del Carlino ho detto la mia ipotizzando, a prescindere dai risvolti penali della vicenda, l’esistenza di una sorta di estremismo ideologico che sta alla base di molte malversazioni e che rimanda al tempo della psichiatria d’avanguardia che aveva eliminato la pazzia, della teorizzazione dell’assistenza domiciliare anche quando le famiglie numerose non ce la facevano, e di altri modelli di complessa e quasi sempre contraddittoria applicazione. Il modello del bambino sempre oggetto di violenza e dei genitori sempre colpevoli può avere animato molte iniziative deprecabili. Ho letto strani discorsi sull’omofobia e sulla assurda criminalizzazione di famiglie che non la pensavano in materia di omosessualità come i dirigenti della preposta istituzione. Si tratta di comportamenti, diciamola tutta, sconcertanti. Mi meraviglio, però, che proprio coloro che vogliono difendere i bambini se la siano presa con la proposta dell’amico Angelo Santoro, consigliere comunale a Scandiano, che ha proposto di studiare forme e modi per l’adozione di bambini non accompagnati che si trovano sui barconi e nei campi (qualcuno li ha definiti lager) libici. Sono forse, questi, bambini che non hanno diritto di vivere? E’ evidente che la proposta di Santoro ha il valore di un pronunciamento etico. Non so quanti possano essere i bambini non accompagnati che si trovano in quelle situazioni. Magari nessuno. Ma é bastato che si parlasse di migranti ed e scoppiato il finimondo. Esponenti politici del centro-destra del quale Santoro, da indipendente, é stato candidato sindaco, hanno addirittura richiamato il nostro a una sorta di ferrea disciplina di coalizione. Mi viene alla mente una della pagine di solidarietà più belle della storia reggiana. Quando i vecchi amministratori socialisti invitarono a Reggio i bambini dei vinti, cioè degli austriaci, dopo la fine della prima guerra mondiale. Come segno di umanità e di fratellanza. E li ospitarono nella loro case, con gioia. Altri tempi, altra tempra di uomini politici, altra sensibilità. Oggi sol se parliamo dei bambini dei migranti esplode l’ira funesta del nostrano salvinismo. Lui dice anche a proposito di bambini: “Prima quelli italiani”. Gli altri possono anche morire. Lo trovo vergognoso.