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Un favore a Salvini

Forse era inevitabile. Diciamo però che la sinistra o centro-sinistra o area di governo che dir si voglia, e che non sono la stessa cosa, ci ha messo del suo. Sul caso Gregoretti la procura di Catania ha aperto un’indagine per “sequestro di persona” nei confronti dell’ex ministro degli Interni e il connesso tribunale dei ministri della città siciliana ha poi chiesto al Senato, camera di competenza di Salvini, l’autorizzazione a procedere qualora, in base alla legge, non si fosse ravvisato un superiore interesse dello stato.Ora é evidente che il superiore interesse dello stato non era ravvisabile da parte di chi ha ritenuto contestabile l’atteggiamento di Salvini, e cioè non esisteva assolutamente alcun rischio a far sbarcare 131 migranti per poi accertarne il diritto o meno a rimanere in Italia. Avrebbero cioè dovuto ammettere che, se questo fosse stato vero, erano sbagliate e perfino pericolose le loro posizioni. Qual’era il rischio dal momento che i 131 migranti erano già in territorio italiano? La Gregoretti, al pari della Diciotti, é una imbarcazione italiana. Dunque? Restano a mio giudizio tre ordini di questioni. La prima deriva dall’opportunità politica di mandare Salvini a processo. Si poteva anche sostenere che non esistesse alcun pericolo a giudizio dei parlamentari di governo, ma si poteva concedere che esistesse a giudizio di Salvini. Dunque riconoscergli buona fede. Si poteva mettere in chiara contraddizione il comportamento dei Cinque stelle, che votarono contro l’incriminazione di Salvini quando erano al governo con la Lega sul caso Diciotti, del quale é difficile accertare differenze rispetto a quello Gregoretti.
Si poteva contrastare, esattamente come avvenuto in commissione, la volontà dello stesso Salvini e dei leghisti di affrontare, per acquisire un vantaggio politico, il processo giocando come vittime. E cioè semplicemente non partecipando al voto. Se era rischioso un rinvio al processo alla vigilia delle elezioni in Emilia-Romagna, non si capisce perché non lo sia a tre mesi dalle regionali successive. Fatto sta che adesso si apre un difficile cammino. Se Salvini, come un po’ tutti ritengono, leggo dichiarazioni in proposito di Renzi e non solo, verrà assolto sarà una festa per i suoi e la dimostrazione che la Procura si era mossa con un pregiudizio di fondo. Oltretutto la stessa Procura aveva già chiesto l’archiviazione. Vedremo cosa deciderà adesso il giudice per le indagini preliminari. Se poi dovesse svolgersi il processo ed essere condannato (la pena prevede fino a un massimo di 15 anni di galera) allora non terrebbe più il sistema. Il leader del partito di maggioranza in galera sarebbe francamente un insulto alla logica democratica. Tanto più se il motivo fosse di ordine squisitamente politico. In entrambi i casi il favore a Salvini é stato servito su un piatto d’argento. Ha ragione Pierferdinando Casini a mettere in guardia tutti dall’entrata a gamba tesa della magistratura nei fatti della politica. In passato non si mise mai sotto processo un ministro degli interni, nemmeno in occasione di eventi assai peggiori (penso alla polizia che sparava contro i dimostranti ai tempi di Scelba e Tambroni). Possibile che, a parte Renzi, gli altri vogliano continuare a sbattere la testa contro il muro?