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Noi, Renzi e il governo

Nel rispetto delle decisioni adottate dalla segreteria del Psi di ieri che hanno sostanzialmente rimandato la scelta sulla futura collocazione del partito, e si sono opportunamente concentrate sulle scelte relative alle prossime elezioni regionali e alle questioni attinenti il tesseramento, mi preme esprimere la mia opinione personale che non posso celare ai miei lettori sul giornale che dirigo. Penso che la discussione su alleanze relative a elezioni politiche che non ci saranno possano anche essere rinviate. Il problema però è di non perdere il treno se parte dalla stazione. E magari attenderne uno che non arriverà. E siccome è in movimento un nuovo convoglio che prefigura un’alleanza riformista fondata sul rapporto tra Italia viva, Azione e Più Europa, con al suo centro il garantismo e il rilancio delle grandi opere pubbliche per scongiurare la recessione e che contesta l’asse Pd-Cinque stelle, e siccome in questo convoglio siamo stati invitati a salire, una risposta, per me positiva, la dovremo prima o poi dare. Ha ragione Enzo Maraio, il nostro segretario, a concentrare le sue attenzioni e anche le sue preoccupazioni sullo stato del partito che nelle due recenti prove elettorali, sia pure collocato in liste differenti, parlo dell’Emilia-Romagna e della Calabria, non ha eletto nessuno. Ha ancora ragione Maraio a concentrare le sue pulsioni sulle prossime regionali e soprattutto sulla sua Campania dove egli presenterà il simbolo del partito, lavorando attivamente per una sua affermazione. E ha infine ragione Maraio a sviluppare le sue relazioni sia in direzione del governo col quale intende aprire un contenzioso, sia in direzione del nuovo polo riformista, col quale si incontrerà tra pochi giorni per discutere delle sue prospettive in un apposito confronto pubblico. Credo però che sia difficile rinviare al domani un interrogativo che si pone probabilmente già nei prossimi giorni. Sulla prescrizione, giustamente, Renzi non molla. Siamo d’accordo di non mollare? Credo proprio di sì, anche perché si tratta di una battaglia di libertà del cittadino che si inscrive pienamente nella storia di lunghe lotte socialiste sulla giustizia giusta. Mollare significherebbe dar ragione alla filosofia di Davigo, secondo il quale non esistono innocenti, ma solo colpevoli privi di adeguate prove. C’è un solo socialista oggi che stia dalla parte di Davigo? Dove possa portare questa battaglia non è dato sapere. Ma è giusto portarla avanti nel gruppo Psi-Italia viva del Senato? Su questo penso che nessuno abbia alcunché da obiettare. E se Renzi dovesse arrivare alle estreme conseguenze noi ci dovremmo sfilare? Io penso di no. E’ noto che a questo governo io non avrei dato la fiducia, ma sarebbe assai peggio dare la fiducia a un governo senza Italia viva e ancora più sbilanciato sull’asse Pd-Cinque stelle. C’è un solo socialista che lo gradirebbe? Esiste un’altra possibilità per la nostra comunità? Una nuova predica sull’unità socialista che è come l’araba fenice e cioè che ci sia ciascun lo dice ma dove sia nessun lo sa? Cos’è questa ossessione che continua ad agitare qualcuno? L’unità di quelli che più di un quarto di secolo fa erano nel Psi e in parte purtroppo cospicua non ci sono più e in parte non trascurabile stanno da oltre 25 anni e con convinzione in altri partiti anche di segno opposto? Desiderio più volte frustrato. E’ l’unità dei socialisti europei? Ma allora è piena assonanza col Pd che è partito del socialismo europeo in Italia. O è una nuova convergenza su rigurgiti di vetero socialismo? Ma allora c’è Leu e soprattutto Potere al popolo. Non certo la tradizione del socialismo riformista e liberale del vecchio Psi. L’unica realistica ricetta è quella di rimarcare una nuova, l’ennesima subalternità, al Pd. Con l’aggravante che oggi sarebbe una subalternità aggravata dal condizionamento forte dei Cinque stelle. Non posso pensare che ci sia un solo socialista che lo desidera. Enzo Maraio, che ho personalmente sostenuto tra i primi, quando ancora non era segretario e nessuno si era ancora sbilanciato sulla sua candidatura, ha tutte le carte in regola per guidare il partito in questa nuova avventura. Ha radicamento territoriale, età e preparazione, anche carattere, per combattere le nuove battaglie politiche. Non deve temere tranelli e congiure che non ci sono. Deve solo a mio giudizio convincersi che a questa politica non c’è alternativa. Nei tempi e nei modi che riterrà i più giusti ed opportuni. E facendosi seguire da tutto il partito.