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Il Conte del grillo

Conte deve forse entrare un po’ meglio nella parte. E capire che anche in una fase di emergenza sanitaria non può presentarsi come il padrone delle nostre vite. Ho già sostenuto che il concetto di libertà é sempre limitato. Non ci può essere la libertà di uccidere o di rubare, e nemmeno di fare ammalare gli altri. Anzi la libertà, visto che non puoi sferrarmi un pugno sul naso, come diceva il filosofo, finisce dove comincia il tuo naso. Dunque non sono a mio avviso condivisibili coloro che gridano al lupo perché, mentre si sta contrastando il virus, sono state sospese alcune libertà che peraltro la stessa Costituzione, all’articolo 16, consente di sospendere in relazione a emergenze sanitarie, come appunto la libertà di movimento. A tutto questo però c’è un limite. Sospendere la libertà di movimento é un conto, ma intrufolarsi nella vita delle persone fino al punto di decidere non solo chi puoi andare a salutare e con chi puoi cenare, ma addirittura se i tuoi rapporti sentimentali sono stabili oppure no (e qui si entra in una forma di voyerismo di stampo terzinternazionlista quando nelle sezioni del Pci si decideva con chi ti potevi fidanzare) mi pare un salto verso l’indebita intrusione e financo di pessimo gusto. Uno spiare dalla serratura della porta con chi eventualmente tu abbia stabilito una relazione e se questa duri e da quanto tempo é francamente una buffonata. Dovranno anche chiederci se ci intratteniamo carnalmente e quante volte la settimana usiamo il grillo, caro Conte? A mio giudizio, tra i tecnici del comitato economico, quelli del comitato scientifico, a cui si somma il commissario nazionale, quelli regionali a loro volta accompagnati da altrettanti comitati, e il governo nazionale, qualcuno deve aver perso la testa. Quando la politica é debole e le decisioni politiche sono affidate ai tecnici, peraltro cosi numerosi e variegati, la confusione può raggiungere l’apice. Ma non è tutto. Adesso la Cei si lamenta perché le messe sono ancora vietate e soprattuto del fatto che la decisione é stata presa in barba alle regole concordatarie, ma si lamentano soprattutto i commercianti che devono rinviare l’apertura dei loro negozi addirittura al 1 giugno, e gli imprenditori di aziende che devono ancora aspettare, oltre il 4 maggio, la ripresa delle attività non consentite. Mezza Europa, a cominciare dalla Germania, hanno riaperto tutta l’economia produttiva. Perché l’Italia, che é entrata per prima nella pandemia, non lo possa ancora fare resta misterioso. Tanto più se col virus, come si dice, dovremo convivere a lungo (speriamo di no). Non valeva la pena, nel rispetto più rigoroso di tutte le prescrizioni e precauzioni, incominciare a conviverci subito, almeno per tentare di debellare l’altro pericoloso virus: quello della povertà?