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Quel tintinnio…

22 Marzo 2021 691 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Enrico Letta sta davvero sereno. Era l’ultima risorsa a cui attingere, prima dello spappolamento di un partito del quale il segretario dimissionario aveva confessato addirittura di vergognarsi. Almeno Letta era immune da logiche di potere essendosi saggiamente trasferito all’estero. Dalla sua anche il merito postumo d’essere stato vittima delle pretese dell’odiato Renzi. Pretese approvate peraltro dagli organi del Pd quasi all’unanimità. Così tutti l’hanno votato, come si vota un commissario di una banca in situazione prefallimentare. I soci non avevano altro a cui appellarsi. E così Letta, dopo una dichiarazione di sinistra, quella della quale lui non é mai stato parte, provenendo dal movimento giovanile della Dc, che lanciava come programma lo ius soli, il voto ai sedicenni e il maggioritario, per costruire un cartello elettorale prima del voto, in netto contrasto e con gli accordi della segreteria precedente, ha potuto eleggersi i suoi due vice segretari e la sua segreteria, senza suscitare tensioni. Poi ha alzato il tiro e in un’intervista a un quotidiano locale ha esplicitamente fissato il suo nuovo obiettivo. Eleggere due donne alla guida dei gruppi parlamentari del Pd al posto di Delrio e di Marcucci. E qui l’asticella si é alzata di parecchio. L’intenzione di Letta é quella di poter contare su due capigruppo a lui fedeli, più che su due esponenti di sesso diverso. E si sa che la De Micheli e stata l’ultima lettiana a dire no alla sua sostituzione con Renzi, contrariamente a Delrio, al tempo fedele numero due del presidente designato. Marcucci al Senato, provenienza Pli e renziano ortodosso fino alla scissione dell’uomo di Rignano, é da tempo sotto la lente dei corpi estranei. Entrambi, Delrio e Marcucci, dal loro punto di vista, con una motivazione logica, sostengono che i presidenti dei gruppi li scelgono gli stessi gruppi. E questo é vero in regime ordinario. Ma Letta sa che questo non é per il Pd un periodo come un altro. E che non soggiacere alle sue volontà potrebbe provocare una sua ennesima uscita di scena com porta sbattuta in faccia agli stessi che lo hanno ritenuto essenziale per evitare lo sprofondamento. Cosi Delrio e Marcucci alla fine saranno costretti ad adeguarsi. Non hanno altra via. E Letta potrà procedere all’avvicendamento, con tanto di consumazione di vendetta verso i due ex renziani che l’avevano portato alle dimissioni. In politica anche gli aspetti umani hanno un rilievo. E il tintinnio di quel passaggio di campanella risuona ancora.

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