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Il trump-comunismo

Esiste nei confronti dell’aggressione criminale di Putin all’Ucraina, che sta costando insopportabili perdite militari e civili e distruzione e rischi di esplosione di centrali nucleari, una variegata area di giustificazionismo, che ha origini in nuove tendenze a riscoprire l’uomo forte e in mai sopite allucinazioni anti occidentali. Si tratta di una spia accesa sia a destra, sia a sinistra, che s’illumina allo stesso identico modo.

Partiamo da destra. Trump non é stato solo uno dei tanti presidenti americani. E’ stato un capo tendenza a livello mondiale. Indifferente a quanto accade nel mondo (America first), comprensivo verso la strategia egemonica russa, ha oltrepassato il Rubicone della democrazia, giustificando addirittura l’invasione della sede del Congresso americano e non riconoscendo l’esito delle elezioni presidenziali che l’hanno visto sconfitto. Mai in passato un presidente americano aveva osato tanto. E nel mondo le destre al confine tra democrazia e autoritarismo non sono da meno. Penso alla Le Pen in Francia o a nuove tendenze estremistiche presenti in pressoché tutti i paesi europei. Con quale rispetto manifestano per le istituzioni liberali? Penso a Orban che costruisce una democrazia illiberale alzando nuovi muri, il che non é solo un ossimoro, ma un modello sperimentato dallo stesso Putin. Anche costoro contestano il processo di unità europea, si rinchiudono in pericolosi nazionalismi fuori tempo, concepiscono l’emigrazione solo alla stregua di un problema di sicurezza (Salvini prima ha affibbiato ai poveri migranti che teneva a mare l’aggettivo di palestrati e ieri di drogati). Costoro sono sempre stati dalla parte di Putin e ora balbettano, condannano ma, inviano armi però fosse stato per loro non le avrebbero inviate. Parlano di negoziati che non esistono. E di comprensioni delle ragioni dell’aggressore che non é ha mezza. Trumpiani, anti europei, uniti dal mito del superamento della democrazia quale finora l’abbiamo conosciuta. Poi c’é, a sinistra, e devo dare atto che nel Pd, anche grazie a Letta, non ha attecchito, una vecchia pregiudiziale anti americana, anti occidentale. Che Fratoianni sia stato, assieme a qualche grillino, l’unico a opporsi all’invio di armi in Ucraina, mentre sono sicuro che le avrebbe volentieri inviate ieri l’altro in Colombia per sostenere il Che, non impedisce di osservare quanto questa tendenza sia radicata nella società. E soprattutto tra gli intellettuali, tra i professori, i filosofi a cui l’invasione russa dell’Ucraina scombina i loro sillogismi ideologici. Il gioco é semplice. Quando l’aggressore é l’America, condannano in tutti i modi l’aggressore, non approfondiscono, non parlano di pace ma di vittoria dell’aggredito (ma siano agli anni settanta, perché loro sono fermi lì e da lì non li smuovi), quando l’invasore é qualcun altro restano quasi muti, anzi, nel caso di Saddam, che aveva invaso nel 1991 il Kuwait, piovono in piazza cogli occhi rossi, con bandiere, improvvisano comizi e sit-in e con le donne in nero protestano cogli Usa, anche se l’intervento era stato deciso dall’Onu e non con Saddam. Li interpreta bene, costoro, lo strano atteggiamento di una professoressa di filosofia ieri presente da Formigli. Costei sosteneva questa tesi: il popolo ucraino deve dialogare anche con l’invasore, sapere riconoscere anche le sue ragioni. Cioè il popolo ucraino mentre i russi gli sganciamo bombe sulla testa non solo non ha diritto di resistere, ma deve intavolare un dialogo col bombarolo. Allucinante, frutto di una mente a cui l’ideologia ha provocato forti scompensi. Diego Fusaro ci ha messo del suo. Meno funebre della professoressa, ha dato tutta la colpa alla Nato che si é allargata ad Est. Ma sono gli stati dell’Est che hanno deciso di aderire alla Nato, cioè di allargarsi a Ovest. Dopo quello che é successo all’Ucraina, e prima alla Crimea, alla Georgia, alla Cecenia, c’é da dar loro torto? Se pressoché tutti i paesi del vecchio patto di Varsavia hanno scelto liberamente di entrare nella Nato una ragione ci sarà. Le parole di Putin che oggi li minaccia (e vuol decidere lui i destini di Svezia e Finlandia) non sono la miglior prova delle loro ragioni? Il trump comunismo é la nuova tendenza che dobbiamo fronteggiare da democratici, europeisti, autentici pacifisti. Estrema destra ed estrema sinistra unite nella lotta? Culturalmente rappresentano un pericolo per il nuovo secolo.