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Il Proporzionatellum

Per fare la legge elettorale serve una maggioranza parlamentare. Sempre é capitato che a pochi mesi dalle elezioni se ne votasse una tendenzialmente favorevole a chi la proponeva. E’ sempre accaduto il contrario.. Nel 1993 il centro-sinistra (allora si divise in Progressisti e Patto Segni-Martinazzoli) votò il Mattarellum: tre quarti di uninominale maggioritario e un quarto di recupero proporzionale con sbarramento al 4%.

Sceso in campo Berlusconi, stravinse la Casa delle libertà e del buon governo. Nel 2006 l’alleanza di centro-destra impose il Porcellum (lo definì così Calderoli che ne era stato estensore), un proporzionale con sbarramento al 2% per liste coalizzate e accesso anche alla prima lista sotto il 2%, e premio di maggioranza alla coalizione che prendeva più voti. Vinse per un nonnulla l’Unione di Prodi e, secondo calcoli degli esperti, col Mattarellum avrebbe vinto il centro-destra. Altro giro altro premio, o meglio fregatura. Dopo la bocciatura del Porcellum da parte della Corte s’avanza il Rosatellum, dal nome dell’on. Rosato al tempo parlamentare del Pd e oggi in Italia viva. Prevede due terzi di proporzionale e un terzo di uninominale maggioritario, ma con l’obbligo delle liste proporzionali di optare per una coalizione sul maggioritario (il voto può essere unico). Nel 2018 s’annunciava una vittoria del centro-sinistra o del centro-destra e invece trionfarono i Cinque stelle. Adesso ci risiamo. Dati i precedenti nessuno si vorrà intestare una nuova legge elettorale. Ma le cose si muovono. Pare che sia l’on. Fiano, del Pd, a doversela dedicare, qualcuno già parla del Fianum, ma Letta trema. Un proporzionale corretto andrebbe bene al Pd e ai Cinque stelle, ma non certo al centro-destra che col Rosatellum già sente la vittoria in tasca. Allora si é escogitato una sorta di Proporzionatellum. Proporzionale con sbarramento al 4%, senza collegi uninominali maggioritari, ma con un premio di maggioranza che oscillerebbe tra il 40 e il 45%. Con questo premio Lega e Fdi sarebbero sufficientemente garantiti del probabile successo. E non ci sarebbero parlamentari eletti congiuntamente dalle coalizioni. Resterebbero però le coalizioni ma non più l’obbligo di coalizzarsi. Anzi non ci sarebbero penalità per i non coalizzati. Ancora non si possono fare previsioni. Se il premio di maggioranza sarà al 40% gongolerà il centro-destra, se sarà al 45% potrebbe verificarsi una situazione in cui nessun polo si aggiudichi la maggioranza assoluta dei seggi (pare il 55%). Se non ci saranno svantaggi a non coalizzarsi, probabile che i Cinque stelle si presentino da soli. Ma l’attrazione di un terzo polo autonomo sarebbe ancor più forte. Sono solo ipotesi. Come quella dell’approvazione di questo Proporzionatellum. Unica cosa certa é quella dei listini bloccati. Gli attuali parlamentari, é stato rivelato, non approverebbero mai una legge che restituisca all’elettore il diritto di scegliere chi votare. Poco importa che questo sia un vulnus democratico. Sono trent’anni che dura. E nessuno si lamenta. Anzi, c’è chi gongola.