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L’applausometro di Cernobbio

Cernobbio é sempre stato un banco di prova. Lì si riunisce il gotha dell’imprenditoria italiana che ha il vezzo di far l’esame ai politici e dar loro le pagelle. Quasi mai a Cernobbio si certificano le fortune di un partito o di un leader. Il ricordo scivola su Berlusconi, più volte scomunicato. Da ricordare il suo famoso litigio con Della Valle che lo attaccò duramente senza impedirgli poi il successo elettorale.

Generalmente a Cernobbio la platea valuta il modo di portar l’abito, l’accento usato nella prolusione che non può durare più di dieci minuti, la cortesia, spesso la goffa accondiscendenza che si presta all’uditorio. Ma ancor di più la crème dell’industria italiana osserva il gradimento di ognuno riservatogli dai sondaggi. E dunque massima attenzione a Giorgia Meloni, anche se la leader di Fratelli d’Italia ha escluso uno scostamento di bilancio per contribuire a pagare le bollette alle imprese e alle famiglie italiane. Qualcuno si é limitato ad osservare: “Però parla bene”. Come dire, dalla sostanza alla forma. Chi ha ricevuto più applausi é stato Carlo Calenda, che quell’ambiente ha frequentato a lungo e quanto ad aristocrazia nel porger la parola non é secondo a nessuno. Quel che ha detto non si sa. Salvini invece si é presentato con le slides facendo arrabbiare la stessa alleata Meloni, e irretendo alquanto l’uditorio. Ha anche accennato, su idea lanciatigli da un uditore, di formare il ministero dell’Intelligenza artificiale e di ubicarlo nella sua Milano. Che abbia proposto la sospensione delle sanzioni alla Russia unilateralmente poco importa. Questa trovata spaccherebbe subito la ipotetica nuova maggioranza e spingerebbe l’Italia fuori dall’Europa. Anche Conte é stato stravagante, mentre Letta ha immaginato uno sgravio del costo del lavoro (dicensi anche taglio del cuneo fiscale, lanciando la nuova parola d’ordine: il blairismo é finito). Giuseppi ha parlato online e questo ha irritato i presenti. Ma come si fa, caro Giuseppini, a non venire a Cernobbio, se perfino Enrico Iv per incontrare il papa si recò a Canossa? Cosa abbia detto é passato in secondo piano. E Tajani? Si ricorda il nodo della cravatta ben fatto. Poi la foto di gruppo. Se al meeting di Rimini si aveva il pudore di invitare i leader uno alla volta a Cernobbio é di moda la comunione. E pensare che i credenti sarebbero quegli altri. Qui tutti insieme appassionatamente. Per il resto non c’é tempo. “Bisogna laurà, minga sentì i ciacer”. A proposito, cena fissata sul lago. Si raccomanda la presenza delle signore. Alle 21 precise, si prega di essere puntuali…