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Hitler e Putin

Si dice che ogni paragone tra il satrapo tedesco e l’autocrate russo sia fuori luogo. E le differenze non sono di poco conto. Putin, ad esempio, non ha approntato campi di sterminio per gli ebrei. Ma non si possono non riscontrare analogie politiche e anche di comportamento. Partiamo dalla politica estera. Hitler invase la Rurh, i sudeti, Praga, l’Austria senza sparare un solo colpo nel tripudio popolare. Anche Putin ha invaso la Cecenia, provocando 50mila morti, e la Georgia mietendo migliaia di vittime per annettersi due repubbliche, e l’Ucraina, con la carneficina che abbiamo di fronte. Hitler aveva il proposito di restaurare il vecchio impero tedesco, o austrotedesco, dopo l’umiliante sconfitta della prima guerra mondiale che aveva generato le rinunce di Versailles, e intendeva per reazione conquistare l’Europa e seppellire il comunismo, col quale pure era sceso a patti. Putin ritiene che la più grande tragedia del XX secolo sia stata non la doppia guerra mondiale, non la persecuzione e lo sterminio degli ebrei, e neanche lo sganciamento di due bombe atomiche sul Giappone, ma la fine dell’Unione sovietica. Senza rimpiangere il comunismo del quale il suo Kgb era stato il perno, ma anzi esaltando, anche visivamente l’impero degli zar. Il nazionalismo nazista e quello putiniano qui, proprio nel rimpianto del passato, trovano un singolare riscontro. Nell’odio per l’Occidente sta un altro tratto comune. Questo sentimento si avvale di un deprezzamento sul piano dei valori: pensiamo a quel che Putin ha dichiarato, in perfetta sintonia con Kiril, sul tramonto dell’Occidente a causa dei diritti (che in tanti ritengono ancora insufficienti) della popolazione gay. Inutile ricordare la fine che il nazismo riservava agli omosessuali e ai diversi per razza. Cioè per entrambi la libertà era ed é un cancro da estirpare. Su quest’ultimo punto, e cioè la crisi dell’Occidente a causa di un’eccessiva libertà, converge anche Xi che la libertà politica non ha nessuna intenzione di concederla al popolo cinese. Basta e avanza la libertà economica sia pur condizionata alle decisioni del partito-stato. Da ultimo la tragedia dei bambini ucraini. Siano essi 16mila o solo (!) 6mila, si tratta di un atto orribile. Solo sottrarre orfani di guerra e importarli in Russian come bottino e non metterli a disposizione di adozioni internazionali é atto inqualificabile. Se poi, come la Procura dell’Aja avrebbe accertato mediante inchieste che hanno interessato oltre 600 casi, si tratta di sottrazione di figli alle famiglie legittime, per russificarli, e magari farli diventare i soldati di domani, tutto questo é atroce. E assomiglia da vicino al fenomeno che interessava i figli dei vinti di caratteri ariani che i nazisti importavano in patria perché utili ai fini della riproduzione, mentre ai figli degli ebrei era riservata altra fine. L’aggressione militare dell’Ucraina ci riporta d’un colpo molto indietro nel tempo. La sola cosa tranquillizzante é che oggi al posto di Chamberlain e Deladier ci sono Macron e Scholz che il passato lo conoscono bene per non ripetere i vecchi errori. La guerra finirà, ma con Putin mi pare difficile se non impossibile che esploda la pace.