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Sarabanda

22 Luglio 2024 155 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Se non fosse per il fatto che non saprei dove sbattere la testa altrove dovrei proprio celebrare il de profundis del terzo polo. Renzi, in un’intervista al Corriere, prende atto che sono caduti i veti su di lui e promette che non ne metterà. Traduzione: contrariamente al passato mi va bene anche Conte. Il fatto é che a Conte (che come Letta ha un precedente di rimozione renziana) non va bene Renzi. Lo dice apertamente oggi sostenendo che il jobs act va abolito. Calenda annota che Matteo potrebbe allearsi con chiunque, “dai nazisti ai marxisti”, ma non capisce che é proprio lui il principale sconfitto delle elezioni europee, perché non ha raggiunto il 4% non facendolo raggiungere agli altri ex alleati. Intanto Marattin di fatto sconfessa Renzi e parla di inconciliabilità programmatica non solo con Conte ma anche con la Schlein e Costa si dimette dagli incarichi nel partito di Calenda. Tutto bloccato, per ora, anche il percorso per la costituente lanciata da Azione ai socialisti liberali, ai repubblicani, ad altri partiti e movimenti. Da tempo ritengo Renzi l’unico animale politico prodotto dal 1994 ad oggi. Ha portato il Pd al 40% (riducendolo per la verità al 18), ha governato non male il Paese cadendo sul referendum attorno a una riforma costituzionale ben strutturata, ha impedito a Salvini di spopolare alle elezioni dichiarate dal podio del Papeete, ha poi messo in crisi Conte per sostituirlo con Draghi. Non sapendo più che cavolo inventarsi, dopo il fallimento della lista Stati uniti d’Europa e la porta in faccia di Calenda, ritorna da capo. La Schlein non é mai stata danneggiata o sostituita da Renzi e finisce per abbracciarlo durante una partita a scopo benefico. E allora ripartiamo dal Pd. Un solo appunto. Ma c’é consonanza tra Renzi e Schlein sulla riforma della giustizia, sull’Ucraina (gli europarlamentari del Pd contrariamente ai socialisti di tutta Europa, non hanno votato a Strasburgo la mozione che autorizzava l’uso delle armi in territorio russo), sul jobs act, appunto? Per non parlare dei Cinque stelle, che non hanno votato la von der Leyen al pari del gruppo della Sinistra a cui aderisce anche Sinistra italiana, e che sostengono da tempo che le armi alla resistenza ucraina non vanno inviate, cosa che rimarca anche il vice di Salvini Crippa. E pensare che son tante le cose che uniscono estrema destra, la Lega, ed estrema sinistra, i Cinque stelle, che non sono affatto di sinistra, ma estremisti sì, che un’alleanza autentica di centro-sinistra, come del resto si profila in Francia, si potrebbe, si dovrebbe fare. E che una forza consistente e unita a bilanciamento del Pd, ma autonoma e alternativa al Cinque stelle, disegnerebbe il futuro più opportuno per l’Italia. Ma dovrebbero capirlo. Chi? Renzi e Calenda? Ne dubito.

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