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Germania, Europa, Italia

24 Febbraio 2025 90 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Vorrei collocare il voto tedesco di domenica in una più vasta cornice europea. Anche a Berlino si configura l’alleanza tra popolari e socialisti più verdi o liberali.(se avranno superato lo sbarramento elettorale del 5%). L’estrema destra, nonostante il successo dell’Afd, che ha superato il 20% e l’Spd, piombata a poco più del 16, non governerà il Paese, come Le front national di Marine Le Pen non ha governato la Francia nonostante il risultato trionfale delle elezioni europee del 2024 non ripetuto poi nelle legislstive anticipate indette da Macron qualche mese dopo. Perfino in Austria, dopo il successo elettorale dell’estrema destra, si va profilando in questi giorni la possibilità di creare un governo formato da popolari, socialdemocratici e liberali che metta in un canto il partito della Libertà d”Austria di Herbert Kikl, che ha pure ottenuto la maggioranza relativa dei consensi. L’estrema destra vince ma non governa. Solo in Italia due partiti di destra, Fdi e Lega, sono al governo con l’appoggio di un partito popolare come Forza Italia, che invece in Europa é alleato coi socialisti. Solo in Italia i socialisti, chiamiamoli così quelli del Pd se non si offendono, sono alleati con l’estrema sinistra (la Linke tedesca o il partito di Melenchon francese) e coi populisti dei Cinque stelle. Così fuoriesce ancora l”anomalia del sistema politico italiano, frutto della vecchia anomalia, cioè la presenza del più forte partito comunista d’Occidente. Ne è derivato un sistema non più identitario e atipico in Europa dove i socialisti non si chiamano così e si alleano con chi sta più a sinistra, i popolari neppure e si alleano con chi sta più a destra e i verdi si presentano in lista con l’estrema sinistra. Le definizioni nascondono le identità. Si dirà che tutto questo è frutto di un sistema elettorale bizzarro, proporzionale per finta ma maggioritario rigido per davvero. Così si radicalizzano gli schieramenti e la reductio a due rende difficile creare un centro. Intanto iniziamo col dire che nonostante o proprio a causa di questo sistema elettorale gli italiani che tradizionalmente erano il popolo che si recava di più alle urne é diventato quello più assente in assoluto. Pensiamo che alle elezioni europee non ha votato da noi neppure il 50% degli aventi diritto e che nel 2022 ha votato il 66% contro l’84% dei tedeschi ieri. Poi riflettiamo su un secondo punto. E cioè che le tre leggi elettorali (il Mattarellum, il Porcellum e il Rosatellum) tutte per la maggior parte o tendenzialmente maggioritarie, hanno creato maggioranze eterogenee, confuse e litigiose, che nessun governo è arrivato alla fine della legislatura dal 1994 ad oggi, che in un caso si è arrivati a un governo coi partiti che avevano perso le elezioni, in un altro caso si sono succeduti ben tre governi, due legislature sono durate solo due anni, un’altra è stata commissariata dal presidente della Repubblica, un’altra ancora si è dipanata con tre presidenti del Consiglio, un’altra, aperta con una maggioranza tra due contendenti, si è capovolta con lo stesso presidente del Consiglio a far maggioranza cogli opposti, e poi con l’ex presidente della Bce a tirar fuori tutti dai pasticci. Non basta questo tourbillon di formule, di accordi e di fallimenti per fare il funerale al maggioritario? Se il maggioritario doveva crare stabilità ha fallito, se foveva offrire al popolo il diritto di scegliere i governi anche. Infine un terzo ragionamento. Le vicende internazionali, la superba bramosia di Trump e la sua indifferenza ai temi della libertà unita all’imperialismo bellico di Putin impongono subito di unire l’Europa che potrebbe divenire con l’America di Trump, la Russia di Putin e la Cina di Xi, il continente che ha cuore gli ideali di solidarietà e di indipendenza tra i popoli. Dunque anche in Italia occorre un governo europeista, non uno assente il 24 febbraio a Kiev, non uno che tiene un piede in Europa e uno a Washington, non uno che con Salvini esalta la pace di Trump e le offese a Zelensky. Il Pd, al cui interno si agitano anime autenticamente riformiste, non può presentarsi con chi come Conte si compiace che Trump abbia ascoltato i suoi consigli, con chi si trova isolato in Europa, con chi non vuol spendere non solo per un’arma ma neanche una parola per Kiev. Ricerchi la sinistra riformista, quella d’ispirazione socialista, quella di ispirazione liberaldemocrstica un accordo coi popolari italiani nello spirito delle recenti dichiarazioni di Carlo Calenda e Marina Berlusconi e si recuperi a un ruolo di governo italiano o europeo una risorsa come Mario Draghi. L’Italia sia all’altezza della sua storia.

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