Due piazze sbagliate (da Il Resto del Carlino)
Proprio all’ingresso opposto del centro storico, in quelle che comunemente si definiscono piazza di porta San Pietro e di porta Santo Stefano, campeggiano due nomi, anzi due cognomi. Non sono quelli dell’Ariosto e del Boiardo, ma quelli di Salati, fotografo la cui notorietà é stata ampliata quando si presentò candidato sindaco per il centro-destra nel comune di Reggio, e Gianferrari, la cui autoscuola era un tempo ubicata in via Boiardi e ora non saprei. Per di più quest’ultima scritta pubblicitaria é ancora affissa su un cartellone rotto a metà che poggia proprio sul davanti di un edificio scrostato e annerito dal tempo, ma nonostante tutte le agevolazioni e i bonus rimasta tale e quale era decenni orsono. La piazza di porta San Pietro ove insiste il cosiddetto grattacielo recentemente restaurato, penso grazie al 110%, cioè coi soldi nostri, proprio in faccia alla storica gabella di proprietà comunale parecchio scolorita, é ancora un crocicchio di strade regolate da semafori, mentre in quella di Santo Stefano é stata sistemata una rotonda con la scultura di Gerra, che era però innanzitutto un pittore. La piazza é il contrario di quel che ci si attenderebbe. Qui regna sovrano il cemento e non il verde. Ci sono due lastre grandi che dovrebbero forse rappresentare le vecchie mura, con vari graffiti e segni, e diverse coppie di panchine (forse) e un bar della stessa specie. Figuratevi voi quanta gente si potrà mai sedere tranquilla su quei tristi pancarelloni grigi proprio a un millimetro dalla via Emilia ove passano tram e vetture. Per di più irrigiditi dal gelo dell’inverno e bruciati dal sole dell’estate. Era troppo difficile estendere l’erba dei terreni di circonvallazione quasi fino alla strada con camminamenti in ghiaia e costruire un bar in vetro? Passiamo a piazza della Vittoria. Sono anni che lo ripeto a tutti: al sindaco, agli assessori, ai tecnici, agli architetti. La piazza é sbagliata. Si é fatto diventare la nuova fontana il centro di tutto e invece bisognava rispettare l’asse originale costituito dal fossato della vecchia Cittadella, l’edificio militare trecentesco distrutto a metà ottocento per far luogo ai giardini pubblici. In una linea retta sono infatti collocati l’angolo destro del teatro Ariosto, l’angolo sinistro del Municipale e in mezzo il monumento ai caduti. Niente. Si sono erette due file di piloni illuminati che tagliano a metà l’Ariosto e mettono al buio il monumento ai caduti. Al buio resta anche il monumento alla Resistenza. Pare così che Reggio sia medaglia d’oro solo di giorno e non di sera. Una medaglia di metà giornata. Basterebbe poco per sistemare la piazza, retrocedendo la fila luminosa dei lampioni di destra, quelli più vicini ai giardini, e illuminando i due monumenti. Un piccolo ritocco e il problema é risolto. Lo segnalo da anni. Ascoltato, ma non corrisposto.
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