Ma sì, parlo di Bibbiano
E’ terra agricola, terra di formaggio. Anzi é il parmigiano-reggiano il monumento di Bibbiano, come esaltato da un’apposita scultura ai lati di una strada che sfocia a Barco, patria di musicisti, e poi a Bibbiano. Si dice che qui, proprio qui venne alla luce il primo parmigiano-reggiano, anche se i fratelli d’Oltrenza lo negano. Ma Bibbiano é oggi conosciuta per l’inchiesta “Angeli e demoni”, aperta dalla Procura reggiana sugli affidamenti dei bambini, che venivano tolti, per supposti motivi di malversazione, alle famiglie naturali. Che un’indagine che si apre, al pari di quella “Mani pulite”, abbia in sé già la conclusione nel titolo e cioè che esistano i demoni, mi lasciava piuttosto perplesso. Ma tant’è, ormai nel mondo della comunicazione danno il nome anche alle guerre. La guerra del Golfo si chiamava Desert storm e I carri di Gedeone l’operazione israeliana per invadere Gaza e distruggere Hamas. Perché stupirsene, dunque. Fatto sta che dopo quattro anni di attacchi a testa bassa del trio Lega, Fdi e Cinque stelle (Di Maio definì il Pd il partito di Bibbiano, intendendo ingiuriarlo) a fronte di richieste della Procura fino a 15 anni per tutti e 14 gli imputati, i giudici del tribunale di Reggio Emilia hanno deciso di condannare l’ex responsabile dei Servizi sociali della Unione Val d’Enza, Federica Anghinolfi, a due anni, l’assistente sociale Francesco Monopoli a un anno e otto mesi, entrambi per ipotesi di falso in atto pubblico, e la neuropsichiatra Floriana Murru a cinque mesi, per una rivelazione di segreto. Cade tutto il resto: qualcosa per prescrizione, la maggior parte con assoluzioni. Dunque non c’erano i reati contestati quali la sottrazione indebita dei bambini alle famiglie legittime e altri peggiori. A Bibbiano non c’erano mostri e demoni. E giustamente il Pd chiede che il trio chieda scusa per le accuse formulate che sono state clamorosamente smentite in prima istanza. Restano, forse, altri due problemi. Conosco molto bene le teorizzazioni che spesso sono sconfinate in ideologismi nella mia provincia, che spesso ama far la prima della classe. Nella psichiatria, con Giovanni Jervis, trapiantato a Reggio per chiudere i manicomi e fare psichiatria democratica, nella musica con Luigi Pestalozza che a spese del comune pubblicava “Musica e realtà” esaltando la contemporaneità e blandendo la tradizione, nella scuola, cogli asili più belli del mondo, a ragione lodati e pubblicizzati da Reggio children, sulla scia delle intuizioni geniali di Loris Malaguzzi. Ora anche sugli affidi bisognava diventare un modello, anche se quelli indagati dall’apposito consorzio della Val d’Enza erano solo sei casi, dei quali quattro già risolti prima del processo con il ritorno dei figli alle famiglie naturali. Ma prendiamo lo psicologo Foti, anche lui assolto da ogni imputazione. Che senso aveva pagarlo il doppio di uno psicologo bravo di Reggio Emilia, tenendo presente che di psicologi son piene le Asl? Non é certo un reato ma non é forse questa mania di diventare modello che spinge a compiere queste scelte? E infine una considerazione, anzi due sul discorso di Delrio alla Camera, complessivamente condivisibile. L’amico Graziano avrebbe fatto lo stesso discorso di denuncia sulla gogna giudiziaria e giornalistica in cui sono incappati gli imputati poi assolti se tutto questo avesse riguardato casi di opposta tendenza politica? Con l’eccezione del mite Cuperlo, non ho visto nessun dirigente del Pd urlare per l’umiliazione segnata dal carcere duro per Gianni Alemanno, costretto a rimanere in una cella sudicia pagando una minima condanna a un anno e dieci mesi per traffico di influenze. Ma potrei continuare ed elencare i molti perseguitati da una magistratura militante e poi assolti. Prima col volto sbattuto in prima pagina e poi, dopo l’assoluzione, relegati in ultima. E ancora. Non capisco cosa c’entri tutto questo con la legge per la separazione delle carriere. Ha fatto bene Delrio ad attaccare la Meloni e Salvini (oltre a Di Maio) per la messa in scena strumentale con tanto di foto sotto il cartello di Bibbiano. Ma perché rapportare questi episodi alla legge costituzionale contestata dall’Anm? Perché sostenere che il governo dovrebbe pensare a Bibbiano due, quello dell’assoluzione degli imputati, e non alla separazione delle carriere? Si può essere per la separazione delle carriere dei magistrati e nel contempo solidali con tutti gli assolti e anche coi tre condannati per reati amministrativi perché dopo la prima istanza c’é la seconda e poi la Cassazione e dunque fino alla condanna definitiva anche questi tre vanno ritenuti non colpevoli secondo la Costituzione. Tanto più che con la separazione delle carriere i giudici saranno ancora più autonomi dai piemme e le sentenze che ribaltano le accuse, come sul caso di Bibbiano, non saranno più un’eccezione.







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