A Montegrotto nascerà il Movimento socialista liberale
L’avevamo più volte anticipato. Già ci eravamo presentati all elezioni europee assieme ad Azione. Nelle Marche il nostro movimento si é schierato a sostegno di Matteo Ricci, nonostante Azione avesse deciso di non partecipare, e ha eletto un suo socio fondatore: Massimo Seri, per dieci anni sindaco di Fano. A Montegrotto verrà ufficializzata la formazione di un vero soggetto politico e si lancerà una campagna di adesioni in tutte le regioni che culminerà in un’assemblea degli iscritti per l’elezione degli organi. Cammin facendo vedremo se il movimento si dovrà o meno trasformare in partito. Propongo le linee fondamentali che sabato dovremo discutere e approvare. 1) Una netta propensione alla pace in Palestina assecondando i venti punti di Trump, accolti da Netanyahu, dall’Anp, dai paesi arabi, da tutta Europa (importante anche l’astensione concordata delle opposizioni italiane in Parlamento) mentre Quatar, Egitto e Turchia stanno facendo pressione su Hamas perché accetti. Si tratta al momento dell’unico modo per por fine alla carneficina di Gaza. Chi lavora contro deve essere consapevole che opera per la continuazione della guerra. 2) Un appoggio senza condizione alla lotta di resistenza all’invasore russo del popolo ucraino. Ben sapendo che, qui, i margini di un accordo sono molto ristretti e un negoziato tra le parti, dopo l’incontro di Anchorage tra Trump e Putin, deve ancora iniziare per responsabilità di Putin che ha invece iniziato una guerra ibrida coi paesi europei, fatta di droni, di attacchi cibernetici, fake news, di interferenze nei processi elettorali. Il movimento condividerà il piano di difesa, votato da tutti i socialisti europei tranne che dal Pd, illustrato dalla Von del Leyen. 3) Si ritiene che l’Europa debba unirsi subito. Soprattutto in settori chiave quali la politica estera, la difesa, la finanza e che una mancata unità politica rischia di essere pagata a caro prezzo dagli stati nazionali. L’Europa unita può e deve svolgere un ruolo di terzo polo tra la nuova alleanza di Pechino, che coinvolge Russia, India e altri paesi generalmente autocratici o dittatoriali, e un’America che con Trump oscilla tra tentativi anche generosi di por fine alle guerre e pesanti ritorsioni economiche da far pagare a paesi tradizionalmente amici. 4) Il movimento deve essere parte della tradizione del socialismo riformista e liberale che ha i suoi padri in Turati, Rosselli, Saragat, Nenni e Craxi, ma anche nella stagione delle lotte sui diritti civili che hanno visto protagonisti Fortuna e Pannella. Oggi questo filone non esiste nella coalizione del cosiddetto campo largo, dominato dal massimalismo e dal populismo e nella quale ai riformisti é assicurata solo una tenda minoritaria. Dunque il movimento, che si ritiene altresì alternativo alla destra, si deve collocare in autonomia e dialogare con quanti si ritrovano nella stessa collocazione: Azione di Calenda, il movimento liberaldemocratico di Marattin, associazioni e liste civiche 5) In particolare il movimento deve impegnarsi a sostenere la riforma costituzionale della giustizia che prevede la separazione delle carriere dei magistrati, vigente in tutti i paesi europei a lunga tradizione democratica, lo sdoppiamento del Csm e una elezione per sorteggio degli stessi, tutti punti che si trovano nella proposta di legge della Rosa nel pugno, primo firmatario Enrico Buemi. Al referendum il movimento si impegnerà nella campagna per il sì. 6) Gran parte delle sinistra italiana ha in questi trent’anni, sempre sostenuto la magistratura anche quando commetteva palesi violazioni. Tiepida sul caso Tortora, colpevolista sul caso Craxi, silente sul caso Del Turco, ha evidentemente un debito da pagare che risale al suo mancato coinvolgimento ai tempi di Tangentopoli come riferisce con dovizia di particolari il sen. Pellegrino nella sua intervista al Corriere della sera. Chiediamo ancora per questo l’istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta su Tangentopoli. 7) Il movimento deve proporre la fine del Parlamento dei nominati, con la reintroduzione del sistema delle preferenze, che peraltro ancora esistono alle consultazioni europee, regionali e comunali, o dei collegi uninominali, la fine dell’incompatibilità tra assessore regionale-comunale e consigliere, l’elezione diretta dei Consigli provinciali, perché le province soni dimensioni storiche incancellabili, nonché una preferenza, per quanto concerne la riforma dello stato, sul modello tedesco, con elezione proporzionale del Parlamento. Mi fermo qui, convinto che queste idee troveranno l’approfondimento che meritano e saranno corroborate da altre idee e proposte (una ci sarà senz’altro sul reddito minimo e sui bassi salari) nel corso della seduta. Vi attendo a Montegrotto, numerosi, interessati.







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