Quando i soldi contano di più della nazionale
Jannick Sinner dunque non parteciperà alla fase finale della Coppa Davis che si svolgerà a Bologna dal 18 al 23 novembre di quest’anno. Pare sia stanco ma non di viaggiare tra l’Arabia Saudita e Parigi. No, la stanchezza subentra solo per la Nazionale ed é proporzionata ai soldi. Disgraziato quello sport, come il tennis attuale, dove i migliori snobbano la più prestigiosa ma meno remunerativa competizione internazionale privilegiando i tornei milionari. Era già capitato ad altri. Capita al nostro campione, per i suoi troppi impegni ma mai con la maglia azzurra.Per la verità gia due anni orsono Janick aveva rifiutato di giocare il torneo eliminatorio, ma si era presentato per le finali vinte. E lo scorso anno aveva contribuito con le sue vittorie alla conquista dell’Insalatiera d’oro per la seconda volta consecutiva e per la terza volta nella storia (bisognava tornare al 1976 quando Panatta, Barazzutti e Bertolucci la conquistarono in Cile sfidando l’onta del regime dei colonnelli). Quegli anni erano quelli che legavano indissolubilmente i tennisti alla loro nazione. Ricordo ancora la grande Australia di Laver e Frazier, di Newcombe, e gli Usa di Mac Enroe, la Svezia del mitico Borg, ma soprattutto l’Italia di Pietrangeli, Gardini e Sirola che nel 1960 e nel 1961 interruppero le finali Australia-Stati Uniti che duravano dall’immediato dopoguerra. Si sentiva per radio la diretta trattenendo il fiato. La Davis era come il mondiale di ciclismo (quale mai corridore si era rifiutato di correrlo), per non dire il mondiale di calcio (quale mai calciatore si era rifiutato di giocarlo?). Sinner lo può fare, al contrario di Alcaraz che ci sarà. Ma correndo il duplice rischio. Se l’Italia vincerà il terzo titolo sarà nonostante lui, se lo perderà sarà colpa sua. Si rende conto che se non rivedrà la sua decisione Sinner non sarà più amato come prima? Già paga le tasse a Montecarlo, e questo non é certo un buon esempio, ma se poi rifiuta la maglia azzurra nelle finali di Davis che quest’anno si giocano nell’italianissima Bologna, perderà simpatie e favori. Per quanto mi riguarda tiferò solo Musetti, Cobolli, Berrettini, Arnaudi, Sonego, Bolelli e Vavassori. Orgogliosamente e totalmente italiani. E non parlo del Sudtirol e del fatto che Jannick parli tedesco. Per noi é italiano al cento per cento e per questo non può tradire la sua patria. Se lo farà solo per privilegiare i ricchi tornei sarà una vergogna.







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