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L’assenza di Putin

17 Maggio 2025 64 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Dice bene il ministro della Difesa del Regno unito John Healey: “Putin ha mostrato la sua doppia faccia. Dice che vuole la pace ma rifiuta il cessate il fuoco. Dice di volere la fine della guerra ma continua ad uccidere i civili. Propone dei colloqui ma poi non si presenta”. Per la verità oggi ci sono stati ben tre incontri più o meno paralleli. A Roma si é svolto una riunione dell’E5 (i ministri di Italia, Francia, Germania, Polonia e Regno Unito), a Tirana quello dei cosiddetti volonterosi che sarebbero disponibili, in caso di pace, a creare un fronte militare di interposizione (Francia, Regno unito, Germania e Polonia con Zelensky), a Istambul si é tenuto un incontro tra delegazioni tecniche di Russia e Ucraina che non hanno stabilito nulla se non di rincontrarsi. Trump é convinto di risolvere tutto lui in un faccia faccia diretto con Putin. Ma risolvere cosa? Il primo accordo, una tregua di trenta giorni, per permettere l’avvio di trattative serie senza che vi siano bombardamenti e stragi, é stato rifiutato da Putin che evidentemente punta ad alzare il prezzo di un accordo con l’avanzamento dell’esercito russo sul campo. Lo dico perché se é chiaro fin dall’inizio che questa non è una guerra tra Russia e Ucraina, ma un’aggressione russa all’Ucraina, dopo gli incontri in Bielorussia e nella stessa Istambul all’inizio delle ostilità, e che non sortirono nulla (Lavrov disse che lui non era autorizzato a siglare alcuna intesa) anche adesso a Istambul la farsa si sta ripetendo. Putin dice no a tutto. Era partito nel febbraio del 2022 per prendersi tutta l’Ucraina, puntando direttamente su Kiev, che secondo tutti gli analisti, avrebbe dovuto conquistare in due giorni. La resistenza del popolo ucraino supportata dagli Usa e dall’Europa, con l’embargo e consistenti aiuti militari, lo ha impedito. Ha respinto Mosca ai confini della capitale e i territori del Don Bass, di Kerson e Zaporisha oltre che della Crimea, già annessa illegalmente nel 2014, sono stati conquistati dai russi con la forza e al costo di centinaia di migliaia di vittime. Semplice allora, penseranno i vari Travaglio e Belpietro, la destra populista e quella economica, basta cedere quei territori ai russi e la pace verrà siglata. A parte il fatto che non esiste solo il problema dei territori. Esiste il problema della collocazione internazionale dell’Ucraina, sarebbe meglio dire, del resto dell’Ucraina e, poi, la sua sicurezza. Evidente che gli ucraini non possano fidarsi dei russi. Pensiamo al tragico massacro di ucraini, l’olomodor, che durante lo stalinismo (Putin pare intenda, smentendo le denunce di Kruscev al XX congresso del Pcus del 1956 sui crimini di Stalin, riabilitare anche lui) che straziò di fame il popolo delle campagne ucraine seminando milioni di morti, pensiamo allo sfaldamento dell’Urss e alla dichiarazione d’indipendenza dello stato ucraino non rispettata da Mosca, nonché a questa barbara aggressione che pare non finire mai, tutto questo non può portare a un clima di fiducia per il rispetto di un’eventuale intesa. I pacifinti (come li chiamava il mio grande amico e compagno Marco Pannella) non capiscono che una pace che assimigli a una resa dell’Ucraina ci porterebbe indietro negli anni, a Monaco 1938, quando Chamberlain e Daladier diedero l’assenso a Hitler per l’annessione dei Sudeti e Hitler si prese poi anche Praga. Non capiscono le conseguenze di una pace col capestro al collo di Zelensky. Vatti a fidare di Putin dopo la Cecenia e la Georgia, e l’Ucraina e dopo che il premier polacco Donald Tusk ha accusato “un gruppo di hacker russi” di aver messo offline il sito web del suo partito di governo prima delle elezioni presidenziali di questo fine settimana, e dopo che già i russi avevano finanziato e supportato l’elezione di un filo russo in Romania. Le nazioni al confine potrebbero tremare. L’Europa, a fronte di una sostanziale resa alle pretese di Putin, non potrebbe proprio dormire sonni tranquilli. Non a caso Finlandia e Svezia, due stati tradizionalmente neutrali, hanno aderito alla Nato. Erano governati dalla sinistra, non da un gruppi di squlibrati. Bene le trattative, allora, ma con la pistola carica in tasca. Se l’Ucraina può accettare un compromesso anche territoriale é chiaro che Putin non può uscire da vincitore. Lo ha detto esplicitamente il leader laburista del Regno unito Starmer: “Putin paghi per il rifiuto della pace”. E i modi ci sono tutti, dal rafforzamenti delle sanzioni che hanno determinato condizioni economiche disastrose in questo paese e alla continuazione degli aiuti militari. Alla fine se l’Occidente resterà unito Putin cederà. La fuga dall’Afghanistan non può ripetersi.

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